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Rubrica: Lo psicotraumatologo relazionale del CIPR risponde. Il peso del trauma relazionale: un'analisi psicot

21/06/2025 17:04

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Rubrica: Lo psicotraumatologo relazionale del CIPR risponde. Il peso del trauma relazionale: un'analisi psicotraumatologica

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Il tuo racconto evidenzia in modo lampante come l'assenza di un attaccamento sicuro e la presenza di relazioni disfunzionali durante l'infanzia abbiano generato un trauma relazionale complesso. La separazione precoce dalla madre, l'affidamento a figure educative che, pur "a modo loro", hanno imposto un rigore e una disciplina eccessivi, privandoti di quel nutrimento emotivo fondamentale, sono tutti elementi che rientrano nella sfera del trauma relazionale.

Il "pugno in gola" che hai sentito il giorno in cui tua madre se n'è andata non è solo un ricordo, ma la cristallizzazione di un'esperienza di abbandono e di una ferita emotiva profonda. La mancanza di lacrime e di battiti di ciglia indica una risposta di freezing, un blocco emotivo tipico del trauma, in cui il corpo si difende da un dolore insopportabile. Il rigore, le regole, le punizioni e la paura che hai vissuto in collegio hanno contribuito a creare un ambiente percepito come non sicuro, in cui il tuo sistema nervoso si è trovato costantemente in uno stato di allerta, compromettendo lo sviluppo di una sana regolazione emotiva.

La vergogna di non avere un padre, l'incapacità di esprimere che lui non ti volesse, e l'immaginazione della sua presenza accanto al tuo letto, sono tutte manifestazioni di un bisogno primario di connessione e accettazione genitoriale non soddisfatto. Questa ferita relazionale si è protratta fino all'età adulta, con il rifiuto da parte di tuo padre, che, sebbene doloroso, hai saputo "seppellire", riconoscendone l'utilità per il tuo percorso di elaborazione.

Anche il silenzio imposto durante le vacanze dai nonni materni, con il nonno che "si sfilava la cinta", rimanda a un ambiente in cui la comunicazione emotiva era soppressa e la paura era un elemento presente. Questi schemi relazionali disfunzionali si sono insinuati nella tua psiche, influenzando la tua percezione di te stessa e delle relazioni. La "bimba triste" che sei stata è la testimonianza di un'infanzia segnata da una privazione affettiva e da una costante sensazione di non essere vista e accettata per quella che eri.

La tua affermazione che quel vissuto ha influenzato la tua vita è quanto mai vera e in linea con i principi della psicotraumatologia relazionale. Spesso, queste esperienze precoci si manifestano in età adulta attraverso difficoltà nelle relazioni interpersonali, problemi di autostima, ansia, depressione e una generale sensazione di vuoto o inadeguatezza.

 

Nuova rubrica Omicidi Familiari su Modernews online. Ogni lunedì un nuovo appuntamento. Primo articolo: “Omicidi Familiari: L’analisi dei dati settimanali (5-11 Giugno 2025)"

per leggere l’articolo cliccate sul link:

https://www.modernews.online/45948_omicidi-familiari-a-cura-dellassociazione-italiana-di-psicologia-e-criminologia/

 

L'intervento del Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale

Il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR), in casi come il tuo, avrebbe adottato un approccio terapeutico integrato e basato sulla relazione, riconoscendo che la guarigione dal trauma avviene principalmente all'interno di un contesto relazionale sicuro e riparativo.

L'intervento si sarebbe focalizzato su:

  • Creazione di un attaccamento sicuro e riparativo: Fin dalle prime fasi, la relazione terapeutica sarebbe stata il fulcro del lavoro. Il terapeuta del CIPR avrebbe offerto uno spazio di accoglienza incondizionata, empatia e validazione emotiva, elementi che probabilmente sono mancati nella tua infanzia. Questo avrebbe permesso di costruire una base sicura per esplorare le esperienze traumatiche senza sentirsi giudicata o in pericolo, favorendo un processo di riparazione delle ferite relazionali.
  • Regolazione fisiologica e neurofeedback: Per la desensibilizzazione e rielaborazione dei ricordi dolorosi legati alla separazione materna, all'esperienza del collegio e al rifiuto paterno, il CIPR avrebbe potuto integrare tecniche come il biofeedback e il neurofeedback. Queste metodologie permettono di acquisire consapevolezza e controllo sulle proprie risposte fisiologiche (come frequenza cardiaca, respirazione, tensione muscolare) e sull'attività cerebrale. L'obiettivo sarebbe stato quello di aiutare a ripristinare l'equilibrio del sistema nervoso autonomo, spesso deregolato a causa del trauma, riducendo l'impatto emotivo degli eventi passati e permettendo di integrarli nella tua narrazione di vita senza esserne più sopraffatta. L'apprendimento di strategie di autoregolazione fisiologica è cruciale per la gestione dell'arousal post-traumatico e per favorire un senso di maggiore controllo sul proprio corpo e sulle proprie reazioni.
  • Ricostruzione delle risorse interne e delle strategie di coping: Il CIPR avrebbe aiutato a riconoscere e a potenziare le tue risorse intrinseche, come la tua resilienza, la tua forza e la tua capacità di adattamento, che ti hanno permesso di sopravvivere e di cercare aiuto. Avresti imparato nuove strategie di regolazione emotiva per gestire l'ansia, la vergogna e la paura, sviluppando un senso di autoefficacia e autodeterminazione.
  • Riparazione delle dinamiche familiari e intergenerazionali: Il percorso terapeutico avrebbe incluso un lavoro sulla comprensione delle dinamiche familiari che hanno contribuito al tuo trauma. Il dialogo con tua madre, facilitato dalla psicoterapia che hai intrapreso, è stato un passo fondamentale in questa direzione. Il CIPR avrebbe ulteriormente approfondito queste dinamiche, aiutandoti a comprendere le motivazioni e i limiti delle figure genitoriali, e a sciogliere i nodi irrisolti che potevano influenzare le tue relazioni attuali. L'obiettivo sarebbe stato quello di interrompere eventuali cicli di trauma transgenerazionale.
  • Riscoperta della capacità di amare e di connettersi: La tua esperienza come madre, la scoperta dell'amore per tua figlia e la gioia degli abbracci e delle parole affettuose sono la prova tangibile della tua capacità di guarigione e di riscoprire l'amore. Il CIPR avrebbe valorizzato questo aspetto, aiutandoti a consolidare questa nuova consapevolezza e a integrarli in una narrazione di vita più completa e soddisfacente.

 

Prevenire la Violenza con la Scienza: Psicotraumatologia per ridurre le recidive e proteggere le vittime

Invito al Workshop Gratuito

Il Centro è lieto di invitarvi a un workshop gratuito che si terrà il 05 luglio 2025, dalle 17:30 alle 18:30. L'evento, in modalità ibrida, offrirà un'opportunità unica per approfondire il protocollo A.S.V.S. e la sua comprovata efficacia nella prevenzione della recidiva e nella protezione delle vittime. Sarà un'occasione per discutere come l'integrazione della psicotraumatologia relazionale e delle tecniche di biofeedback possa arricchire la nostra pratica clinica.

Modalità di partecipazione:

  • Online: Fino a 100 posti disponibili su GoToMeeting.
  • In Presenza: Fino a 10 posti presso la sede del Centro.

Per partecipare, è necessario iscriversi entro il 01 luglio 2025. Clicca qui per scaricare la scheda di iscrizione: scheda iscrizione 

Sarà rilasciato un attestato di partecipazione per ogni frequentante e le sintesi del seminario saranno rese disponibili per tutti i partecipanti.

 

In sintesi, il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale avrebbe applicato un intervento che non si sarebbe limitato a mitigare i sintomi, ma avrebbe puntato alla riorganizzazione profonda del Sé in relazione all'altro, permettendoti di trasformare il dolore del passato in una fonte di comprensione e di crescita, proprio come la tua esperienza con tua figlia ti ha insegnato il piacere di un amore incondizionato.

La tua capacità di essere una madre presente e di essere orgogliosa della donna che tua figlia è diventata, nonostante le tue ferite passate, è il dono più grande che potevi ricevere e la testimonianza più eloquente della tua straordinaria resilienza e della possibilità di guarigione dai traumi relazionali.

 

Se ti sei riconosciuto in questa storia, nelle ferite silenziose dell'infanzia o nell'eco di relazioni che hanno lasciato un segno, sappi che non sei solo. Il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR) dell'AIPC è un luogo dove il dolore viene accolto e trasformato, dove si impara a ricucire i fili spezzati del passato per costruire un presente più sereno e un futuro di autentica connessione.

Hai letto questa storia e ti sei sentito compreso? Hai un vissuto che senti il bisogno di condividere e vorresti un parere da uno psicotraumatologo relazionale?

Il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR) dell'AIPC ti offre la possibilità di ricevere una prima risposta. Invia la tua breve storia a aipcitalia@gmail.com: saremo lieti di ascoltarti e fornirti un primo orientamento.

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