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Omicidi familiari: il profilo del mese di aprile 2025

03/06/2025 17:31

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Omicidi familiari: il profilo del mese di aprile 2025

La loro analisi offre una prospettiva cruciale su queste tragedie, ampliando la definizione di "familiarità" ben oltre i legami di parentela tradizionali.

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L'Osservatorio Nazionale sui Delitti Familiari dell'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC) rappresenta una risorsa fondamentale per la comprensione delle dinamiche sottostanti agli omicidi familiari in Italia. Sebbene i dati siano primariamente raccolti da fonti giornalistiche e quindi non istituzionali, la loro analisi offre una prospettiva cruciale su queste tragedie, ampliando la definizione di "familiarità" ben oltre i legami di parentela tradizionali. Questo approccio estensivo, che include relazioni di conoscenza, colleganza, vicinanza, amicizia e legami affettivi/sentimentali (attuali o passati), permette di cogliere la vasta gamma di interazioni interpersonali che possono degenerare in violenza letale. L'analisi multidimensionale condotta dall'AIPC, esaminando variabili come il sesso delle vittime e degli autori, la distribuzione geografica, le armi impiegate e il grado di familiarità, fornisce un quadro dettagliato, seppur intrinsecamente parziale, di questo complesso fenomeno sociale.

 

Analisi dei Profili di Omicidio Familiare: Aprile 2025

I dati relativi agli omicidi familiari per il mese di aprile 2025 rivelano profili distinti sia per le vittime che per gli autori, offrendo spunti significativi per l'analisi criminologica.

 

Profilo della Vittima

 

Genere: Uomo (52,4%) La prevalenza di vittime di sesso maschile, seppur con una leggera maggioranza, è un dato degno di nota. Tradizionalmente, la violenza domestica è spesso associata a vittime femminili; tuttavia, in un contesto più ampio di "delitti familiari" che include diverse tipologie di relazioni, la percentuale di uomini vittime suggerisce la necessità di un'indagine approfondita sulle dinamiche relazionali e sui fattori di rischio specifici che possono portare gli uomini a essere target di violenza letale in ambito familiare o affettivo. Ciò potrebbe includere conflitti legati a separazioni, questioni economiche o dinamiche di potere alterate.

 

Età: 18-35 (33,3%) La fascia d'età più colpita (18-35 anni) indica che gli omicidi familiari non sono confinati alle generazioni più anziane o ai contesti di violenza intergenerazionale. Questa età, che spesso coincide con fasi di formazione di nuove relazioni, convivenze o matrimoni, ma anche di rotture, potrebbe essere caratterizzata da maggiore instabilità emotiva e finanziaria, e da conflitti acuti legati a cambiamenti di vita significativi. La presenza di giovani adulti come vittime solleva interrogativi sulle capacità di gestione dei conflitti e sulle reti di supporto disponibili in questa fase della vita.

 

Familiarità in riferimento all’autore: Conoscente (42,9%) Il dato secondo cui la vittima è più frequentemente un "conoscente" dell'autore (e non un parente stretto) è cruciale e valida l'approccio estensivo dell'AIPC. Questo suggerisce che una parte significativa degli omicidi familiari avviene in contesti di relazioni allargate, che vanno oltre il nucleo familiare tradizionale. Questo include amici, colleghi, vicini di casa o ex-partner, sottolineando come la familiarità, anche senza legami di sangue, possa creare contesti di elevata tensione e potenziale violenza.

 

Distribuzione geografica: Nord (47,6%); Sud e Isole (47,6%) La distribuzione quasi equa tra Nord e Sud e Isole riflette l'omogeneità del fenomeno su scala nazionale. Questo suggerisce che i fattori che contribuiscono agli omicidi familiari non sono prevalentemente radicati in specifiche condizioni socio-culturali o economiche regionali, ma piuttosto in dinamiche interpersonali che possono manifestarsi in qualsiasi contesto geografico italiano.

 

Arma utilizzata: Arma da taglio (52,6%) L'uso preponderante di armi da taglio è un elemento comune in molti crimini passionali o impulsivi. Le armi da taglio sono spesso facilmente reperibili nell'ambiente domestico o nelle vicinanze, e il loro impiego può indicare un'escalation rapida della violenza in situazioni di conflitto, dove l'intento omicida può emergere in maniera improvvisa e non premeditata.

 

Invito al Workshop Gratuito

Il Centro è lieto di invitarvi a un workshop gratuito che si terrà il 05 luglio 2025, dalle 17:30 alle 18:30. L'evento, in modalità ibrida, offrirà un'opportunità unica per approfondire il protocollo A.S.V.S. e la sua comprovata efficacia nella prevenzione della recidiva e nella protezione delle vittime. Sarà un'occasione per discutere come l'integrazione della psicotraumatologia relazionale e delle tecniche di biofeedback possa arricchire la nostra pratica clinica.

 

Modalità di partecipazione:

  • Online: Fino a 100 posti disponibili su GoToMeeting.
  • In Presenza: Fino a 10 posti presso la sede del Centro.

Per partecipare, è necessario iscriversi entro il 01 luglio 2025. Clicca qui per scaricare la scheda di iscrizione: scheda iscrizione 

Sarà rilasciato un attestato di partecipazione per ogni frequentante e le sintesi del seminario saranno rese disponibili per tutti i partecipanti.

 

Profilo dell’Autore

 

Genere: Uomo (90%) La stragrande maggioranza degli autori è di sesso maschile, un dato in linea con le statistiche globali sulla violenza omicida. Questo riflette un persistente divario di genere nella propensione alla violenza letale, che può essere influenzato da fattori socio-culturali, norme di genere, modelli di mascolinità e differenze nella gestione della rabbia e dei conflitti. Questo dato suggerisce la necessità di programmi specifici di prevenzione e intervento mirati al comportamento maschile violento.

 

Età: 36-53 (35%) La fascia d'età degli autori (36-53 anni) è generalmente più elevata rispetto a quella delle vittime. Questa fase della vita può essere caratterizzata da maggiore stabilità economica e relazionale, ma anche da potenziali crisi di mezza età, problemi lavorativi, divorzi o tensioni familiari prolungate. L'esperienza di vita accumulata può portare a una maggiore consapevolezza delle conseguenze, ma anche a una maggiore rigidità nei modelli di pensiero e comportamento, rendendo più difficile la gestione costruttiva dei conflitti.

 

Familiarità in riferimento alla vittima: Conoscente (45%) Analogamente al profilo della vittima, anche l'autore è più frequentemente un "conoscente" della vittima. Questo rafforza l'idea che gli omicidi familiari siano spesso l'esito di dinamiche relazionali complesse e spesso prolungate nel tempo, all'interno di cerchie sociali note, piuttosto che atti impulsivi contro estranei. La familiarità può generare un senso di diritto o possesso, che in contesti di conflitto può degenerare in violenza.

 

Distribuzione geografica: Sud e Isole (55%) La maggiore concentrazione di autori nel Sud e nelle Isole (rispetto alla distribuzione più equa delle vittime) suggerisce la possibilità di fattori socio-culturali o economici specifici che, pur non rendendo il fenomeno esclusivo di queste aree, potrebbero contribuire a una maggiore incidenza di comportamenti violenti letali. È plausibile che elementi quali tassi di disoccupazione, accesso ai servizi di supporto o norme culturali specifiche possano giocare un ruolo.

 

Arma utilizzata: Arma da taglio (52,6%) Anche per gli autori, l'arma da taglio è quella più frequentemente utilizzata. Questo conferma la natura spesso impulsiva e non altamente premeditata di questi crimini, dove l'aggressore si avvale di strumenti comuni e facilmente disponibili in un momento di escalation emotiva.

 

Conclusioni Preliminari

I profili di aprile 2025 evidenziano come gli omicidi familiari in Italia siano fenomeni complessi, che vanno ben oltre la mera violenza domestica in senso stretto. La prevalenza di vittime maschili giovani e di autori maschili di età più avanzata, spesso in relazioni di conoscenza, sottolinea la necessità di approfondire le dinamiche relazionali allargate. L'uso diffuso di armi da taglio suggerisce l'impulsività come fattore chiave, mentre la distribuzione geografica differenziata per gli autori richiede ulteriori indagini su eventuali specificità regionali. L'approccio dell'AIPC, che considera un'ampia gamma di relazioni, è essenziale per decifrare la complessità di questi crimini e sviluppare strategie preventive più efficaci.

 

Per informazioni e per fissare un primo colloquio, potete contattare l'AIPC ai Centri di Roma e Pescara. Il numero di telefono e WhatsApp è il 3924401930 (disponibile dalle ore 12:00 alle ore 16:00, anche nei giorni festivi). Potete anche scrivere un'email a aipcitalia@gmail.com. Siamo a vostra disposizione per ascoltarvi e offrirvi il supporto di cui avete bisogno.

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