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EZIOPATOGENESI DELLA VIOLENZA SERIALE: STUDIO RETROSPETTIVO SU UN CAMPIONE DI 20 SOGGETTI

12/12/2025 19:15

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EZIOPATOGENESI DELLA VIOLENZA SERIALE: STUDIO RETROSPETTIVO SU UN CAMPIONE DI 20 SOGGETTI

EZIOPATOGENESI DELLA VIOLENZA SERIALE: STUDIO RETROSPETTIVO SU UN CAMPIONE DI 20 SOGGETTI.Correlazioni tra disturbo post-traumatico complesso (C-PTSD)

EZIOPATOGENESI DELLA VIOLENZA SERIALE: STUDIO RETROSPETTIVO SU UN CAMPIONE DI 20 SOGGETTI.

Correlazioni tra disturbo post-traumatico complesso (C-PTSD), disregolazione del SNA e strategie di autocura (STAS). PRIMA PARTE

 

Autori: Tiziana Calzone & Massimo Lattanzi

Enti di Riferimento:

AIPC (Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia), CIPR (Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale), ONOF (Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari).

 

Metodologia e Fonti

Il presente studio si fonda sull'analisi qualitativa e retrospettiva delle biografie criminali e dei dati forensi contenuti nel volume Assassini Seriali: I 20 criminali più spietati di tutti i tempi di Mason Hallow, assunto come fonte primaria dell'indagine. La metodologia applicata prevede la rilettura clinica delle narrazioni storiche attraverso il framework teorico della Psicotraumatologia Relazionale e i protocolli di ricerca dell'AIPC (Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia) e del CIPR. Nello specifico, i profili sono stati sottoposti a una valutazione psicobiologica volta a identificare i marker eziologici del Disturbo da Stress Post-Traumatico Complesso (C-PTSD) e a classificare le modalità di gestione della disregolazione autonomica tramite l'applicazione della Scala STAS (Sostanze Tossiche e Autocura della Sofferenza), permettendo di correlare l'esperienza traumatica pregressa con le successive condotte di violenza seriale e abuso di sostanze.

 

Abstract

Il presente studio analizza le biografie criminali contenute nel volume Assassini Seriali di Mason Hallow attraverso la lente della Psicotraumatologia Relazionale. L'indagine si concentra su un campione di 20 serial killer, esaminando l'incidenza del Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD) e del Disturbo da Stress Post-Traumatico Complesso (C-PTSD) come fattori eziologici primari della violenza. Attraverso l'applicazione della Scala STAS (Sostanze Tossiche e Autocura della Sofferenza), viene profilata la modalità con cui tali soggetti tentano di regolare la disregolazione del Sistema Nervoso Autonomo (SNA). I risultati evidenziano una prevalenza quasi totalitaria (95%) di traumi cumulativi precoci e confermano che il 100% del campione utilizza strategie disadattive di autocura del dolore traumatico.

 

1. Introduzione: Il paradigma del trauma relazionale

Secondo il modello teorico AIPC e CIPR, la violenza eterodiretta non è l'espressione di un "male" innato, ma l'esito comportamentale di una grave alterazione neurobiologica. L'esposizione precoce e prolungata a contesti di accudimento fallimentari o abusanti impedisce la corretta maturazione del Sistema Nervoso Centrale (SNC) e dei sistemi di regolazione affettiva. Il soggetto, incapace di modulare l'attivazione (arousal) derivante da memorie traumatiche, sviluppa strategie di sopravvivenza patologiche: l'atto violento o l'abuso di sostanze divengono tentativi disperati di "autocura" per ristabilire un'omeostasi precaria.

 

2. Analisi dei casi studio: Profili psicotraumatologici e attività violenta

1. Luis Alfredo Garavito

  • Nucleo Traumatico: Esposto a violenza domestica cronica paterna, negligenza materna e abusi sessuali in adolescenza.
  • Attività Omicidiaria/Violenta: Noto come "La Bestia". Ha confessato l'omicidio di oltre 190 bambini e adolescenti (prevalentemente maschi tra gli 8 e i 16 anni). Il modus operandi prevedeva l'adescamento tramite inganni benevoli, seguito da legatura, tortura prolungata, violenza sessuale e decapitazione o sgozzamento.

2. Harold Shipman

  • Nucleo Traumatico: Trauma da perdita in età evolutiva (morte della madre per cancro), con fissazione sulla morfina come strumento di controllo del dolore/potere.
  • Attività Omicidiaria/Violenta: Soprannominato "Dottor Morte". Medico di base responsabile di un numero stimato di 250 omicidi. Le vittime erano prevalentemente donne anziane in buona salute, uccise tramite iniezioni letali di diamorfina durante visite domiciliari, spesso per falsificarne i testamenti.

3. Pedro Alonso López

  • Nucleo Traumatico: Trauma da abbandono (espulso di casa a 8 anni) e politraumatismo sessuale subito in strada e istituti.
  • Attività Omicidiaria/Violenta: Il "Monstro delle Ande". Ha ucciso oltre 300 ragazzine in Colombia, Perù ed Ecuador. Le vittime venivano adescate in mercati o zone isolate, per poi essere violentate e strangolate.

4. Ted Bundy

  • Nucleo Traumatico: Trauma dell'identità e dell'attaccamento (scoperta tardiva della madre biologica, nonno violento).
  • Attività Omicidiaria/Violenta: Ha ucciso almeno 30 giovani donne. Utilizzava il suo fascino o fingeva disabilità (braccio ingessato) per attirare le vittime nell'auto. Le uccideva tramite percosse o strangolamento, praticando atti di necrofilia sui cadaveri.

5. Andrei Chikatilo

  • Nucleo Traumatico: Trauma storico (carestia), trauma transgenerazionale (racconti di cannibalismo) e umiliazioni sociali croniche.
  • Attività Omicidiaria/Violenta: Il "Macellaio di Rostov". Ha ucciso almeno 52 donne e bambini. Gli omicidi erano caratterizzati da estrema violenza sessuale, eviscerazione, mutilazione degli organi genitali e atti di cannibalismo, spesso commessi in zone boschive vicino alle stazioni ferroviarie.

6. Gary Ridgway

  • Nucleo Traumatico: Trauma relazionale materno (madre dominante/umiliante), sessualizzazione dell'odio e enuresi prolungata.
  • Attività Omicidiaria/Violenta: Il "Green River Killer". Responsabile di almeno 49 omicidi (probabilmente molti di più) di donne, prevalentemente prostitute o fuggiasche. Le strangolava (spesso manualmente o con legature) e ritornava sui luoghi di sepoltura per avere rapporti sessuali con i cadaveri.

7. John Wayne Gacy

  • Nucleo Traumatico: Violenza fisica paterna sistematica e trauma cranico infantile con conseguenti blackout.
  • Attività Omicidiaria/Violenta: Il "Killer Clown". Ha torturato e ucciso 33 giovani uomini e adolescenti. Attirava le vittime con promesse di lavoro o sesso, le ammanettava con un trucco di magia, per poi strangolarle (garrota) e seppellirle nell'intercapedine sotto la sua casa.

8. Jeffrey Dahmer

  • Nucleo Traumatico: Trauma da abbandono emotivo (divorzio, solitudine), intervento chirurgico precoce vissuto come invasione corporea.
  • Attività Omicidiaria/Violenta: Il "Cannibale di Milwaukee". Ha ucciso 17 maschi (adulti e ragazzi). Il modus operandi includeva adescamento, somministrazione di sonniferi, strangolamento, smembramento, necrofilia, cannibalismo e tentativi di creare "zombie" tramite iniezioni di acido nel cervello delle vittime ancora vive.

9. Richard Ramirez

  • Nucleo Traumatico: Esposizione alla violenza paterna e traumatizzazione vicaria (cugino reduce che mostra foto di guerra e commette uxoricidio in sua presenza).
  • Attività Omicidiaria/Violenta: Il "Night Stalker". Serial killer "disorganizzato" che entrava nelle case di notte. Ha commesso omicidi, stupri e aggressioni su uomini, donne e bambini senza un profilo di vittima fisso. Usava armi da fuoco, coltelli e oggetti contundenti, lasciando spesso simboli satanici sulla scena.

10. Yang Xinhai

  • Nucleo Traumatico: Trauma sociale da povertà estrema e rifiuto relazionale vissuto come annientamento del Sé.
  • Attività Omicidiaria/Violenta: Il "Monster Killer". Ha ucciso 67 persone in Cina. Entrava nelle abitazioni di notte sterminando intere famiglie con asce, martelli o vanghe. Spesso stuprava le donne sopravvissute all'attacco iniziale o i cadaveri.

11. Samuel Little

  • Nucleo Traumatico: Abbandono materno precoce (madre prostituta) e istituzionalizzazione, con sviluppo di una visione oggettivante del femminile.
  • Attività Omicidiaria/Violenta: Considerato il serial killer più prolifico della storia USA (confessioni per 93 omicidi). Prendeva di mira donne marginalizzate (prostitute, tossicodipendenti). Le stordiva con pugni potenti (era un ex pugile) e le strangolava, rendendo spesso le morti equivocabili per overdose o cause naturali.

12. Mikhail Popkov

  • Nucleo Traumatico: Trauma relazionale legato a figure materne negative (riferite) e percezione paranoide del tradimento femminile.
  • Attività Omicidiaria/Violenta: Il "Lupo Mannaro". Ex poliziotto russo, ha ucciso oltre 80 donne. Offriva passaggi notturni sulle auto della polizia a donne (spesso ubriache), portandole nei boschi per violentarle e ucciderle con asce, cacciaviti o coltelli.

13. Niels Högel

  • Nucleo Traumatico: Narcisismo patologico derivante da vuoto interiore e bisogno disregolato di validazione esterna (creare crisi per risolverle).
  • Attività Omicidiaria/Violenta: Infermiere tedesco. Iniettava farmaci cardiodepressivi ai pazienti per indurre arresti cardiaci e poi tentare (spesso fallendo) manovre di rianimazione eroiche davanti ai colleghi. Responsabile di circa 85-100 omicidi.

14. Miyuki Ishikawa

  • Nucleo Traumatico: Trauma contestuale (guerra, povertà estrema) che ha portato alla desensibilizzazione verso la morte infantile.
  • Attività Omicidiaria/Violenta: Ostetrica giapponese ("Oni-Sanba"). Responsabile della morte di oltre 100 neonati negli anni '40. Lasciava morire di stenti e negligenza i bambini di famiglie povere che non potevano permettersi il mantenimento, giustificando l'atto come una necessità economica.

15. Javed Iqbal

  • Nucleo Traumatico: Trauma da abuso di potere (tortura e umiliazione da parte della polizia), che ha innescato una coazione a ripetere vendicativa.
  • Attività Omicidiaria/Violenta: Ha ucciso 100 ragazzi di strada in Pakistan. Li attirava in casa, li drogava, li strangolava con una catena, smembrava i corpi e li scioglieva in vasche di acido cloridrico per eliminare le prove.

16. Daniel Camargo Barbosa

  • Nucleo Traumatico: Trauma dell'umiliazione infantile (matrigna che lo vestiva da donna), trasformato in odio di genere.
  • Attività Omicidiaria/Violenta: Ha ucciso circa 150 ragazze e donne vergini in Colombia ed Ecuador. Si fingeva una figura autoritaria o religiosa (pastore, professore) per attirare le vittime in zone boscose, dove le violentava e uccideva (spesso per strangolamento), non prima di averle umiliate.

17. Yvan Keller

  • Nucleo Traumatico: Trauma da negligenza in contesto di povertà e caos familiare, con precoce devianza.
  • Attività Omicidiaria/Violenta: Il "Killer del cuscino". Responsabile della morte di decine di anziane donne (stimati tra 23 e 150) in Francia e Svizzera. Entrava nelle case per rubare e soffocava le vittime nel sonno con un cuscino, facendo sembrare il decesso naturale.

18. Aleksandr Pichushkin

  • Nucleo Traumatico: Trauma cranico infantile (incidente altalena) e trauma da perdita della figura di attaccamento (nonno), con conseguente isolamento.
  • Attività Omicidiaria/Violenta: Il "Killer della scacchiera". Voleva uccidere 64 persone (come le caselle degli scacchi). Ha ucciso almeno 48 persone, inizialmente uomini anziani/senzatetto (figure sostitutive del nonno?) e poi donne, nel parco Bitsevsky di Mosca. Colpiva le vittime alla testa con un martello e infilava una bottiglia di vodka nel cranio aperto.

19. Jack lo Squartatore

  • Nucleo Traumatico: Profilo ignoto. L'analisi comportamentale (overkilling) suggerisce una grave disregolazione emotiva compatibile con traumi relazionali profondi.
  • Attività Omicidiaria/Violenta: Mai identificato. Ha ucciso e mutilato almeno 5 donne (prostitute) nel quartiere di Whitechapel a Londra (1888). Modus operandi caratterizzato da sgozzamento profondo, mutilazioni facciali e addominali, e asportazione di organi interni con precisione quasi chirurgica.

20. Larry Eyler

  • Nucleo Traumatico: Trauma da conflitto identitario e abbandono familiare, gestito tramite abuso di sostanze.
  • Attività Omicidiaria/Violenta: L'"Interstate Killer". Ha ucciso circa 20 giovani uomini. Adescava autostoppisti o frequentatori di bar gay, li drogava o legava, per poi accoltellarli ripetutamente (overkilling) e smembrarli, abbandonando i resti in diverse contee per confondere le indagini.

 

In arrivo la seconda parte

Dopodomani sarà online il proseguimento del nostro studio retrospettivo: "Eziopatogenesi della violenza seriale". Dopo l'introduzione della Prima Parte, approfondiremo le correlazioni cruciali tra C-PTSD, disregolazione del Sistema Nervoso Autonomo (SNA) e le strategie di autocura (STAS). Un passaggio fondamentale per comprendere le radici psicofisiologiche della violenza.

Appuntamento a dopodomani. Non mancate!

 

Correlazione: Dal trauma al rituale omicidiario

1. Luis Alfredo Garavito

  • Dinamica: Identificazione con l'aggressore / Inversione dei ruoli.
  • Analisi: Avendo subito abusi e torture, Garavito assume il ruolo di chi detiene il potere totale (diventa il padre/aggressore), riducendo le vittime al ruolo del "bambino indifeso" che lui era. La tortura prolungata serve a scaricare la rabbia accumulata per la sofferenza subita, "trasferendola" su un altro corpo.

2. Harold Shipman

  • Dinamica: Controllo onnipotente sulla morte (God Complex).
  • Analisi: Il trauma della perdita della madre (vissuta come un fallimento del controllo) viene compensato decidendo esattamente quando e come i pazienti muoiono. La morfina, che leniva il dolore della madre ma ne segnava la fine, diventa lo scettro del suo potere: lui somministra la "pace" eterna, sconfiggendo l'imprevedibilità della morte naturale.

3. Pedro Alonso López

  • Dinamica: Predazione territoriale compensatoria.
  • Analisi: Espulso di casa e senza "confini" sicuri (strada), López trasforma il vagabondaggio in caccia. L'abuso sessuale subito diventa abuso agito: lo strangolamento è l'atto definitivo di dominio su giovani donne, riprendendosi con la violenza il controllo che gli istituti e la strada gli avevano sottratto.

4. Ted Bundy

  • Dinamica: Possesso dell'oggetto inanimato.
  • Analisi: Il trauma dell'attaccamento e le bugie materne creano una sfiducia totale verso la donna "viva" e autonoma (che può mentire o abbandonare). La necrofilia è la soluzione patologica: il cadavere è il partner perfetto perché non giudica, non mente e, soprattutto, non può andarsene. Uccide per rendere la donna "sua" per sempre.

5. Andrei Chikatilo

  • Dinamica: Incorporazione e sessualizzazione della violenza.
  • Analisi: L'impotenza sessuale e la memoria della carestia (fame atavica) si fondono. Poiché non riesce a penetrare sessualmente (fallimento maschile/sociale), penetra con il coltello. Il cannibalismo e l'eviscerazione sono tentativi primitivi di "assimilare" la forza della vittima e riempire il vuoto interiore.

6. Gary Ridgway

  • Dinamica: Punizione della figura materna / Degradazione.
  • Analisi: L'odio verso la madre dominante viene spostato sulle prostitute (donne che lui considera "usa e getta"). Strangolarle è un modo per "zittire" la figura femminile. Tornare sui cadaveri per fare sesso indica che l'unico rapporto sicuro per lui è con una donna che non può più umiliarlo.

7. John Wayne Gacy

  • Dinamica: Contenimento del "Sé cattivo".
  • Analisi: Il padre lo definiva "effeminato" e inutile. Gacy costruisce una facciata di successo (il cittadino modello), ma seppellisce i corpi sotto le fondamenta della sua casa. È una metafora architettonica della sua psiche: l'orrore e l'omosessualità repressa sono nascosti nelle fondamenta, mentre sopra tutto appare normale. Il trucco delle manette serve a rendere l'altro inerme, esattamente come lui si sentiva col padre.

8. Jeffrey Dahmer

  • Dinamica: Tentativo di simbiosi permanente.
  • Analisi: Il terrore dell'abbandono è il motore. Non uccide per odio, ma per "non farli andare via". Lo smembramento e la conservazione delle parti del corpo servono a tenere le vittime sempre con sé. I tentativi di lobotomia (creare zombie) erano volti a creare un partner sottomesso e non giudicante che non lo avrebbe mai lasciato solo.

9. Richard Ramirez

  • Dinamica: Caos introiettato ed esternalizzato.
  • Analisi: Il cugino gli mostrò che uccidere è potere e che la violenza sulle donne è normale. Ramirez non ha un piano perché il suo trauma è il caos puro. Invadere le case di notte (luogo sicuro per eccellenza) replica la violazione della sicurezza domestica che ha vissuto nell'infanzia violenta.

10. Yang Xinhai

  • Dinamica: Annientamento del mondo che lo ha rifiutato.
  • Analisi: Il trauma del rifiuto sociale totale lo porta a voler cancellare la "cellula" della società: la famiglia. L'uso di attrezzi agricoli o edili (martelli, pale) riflette la sua condizione di emarginato; distrugge la felicità domestica che gli è preclusa con rabbia esplosiva.

11. Samuel Little

  • Dinamica: Silenziamento della donna "impura".
  • Analisi: La madre prostituta lo abbandona; lui uccide donne ai margini (prostitute, tossicodipendenti). Lo strangolamento è un atto intimo ma di controllo totale: toglie il respiro, "spegne" la vita con le proprie mani, forse rivivendo e controllando il momento in cui la madre lo ha "lasciato andare".

12. Mikhail Popkov

  • Dinamica: Purificazione morale paranoide.
  • Analisi: Il tradimento (reale o immaginato) e la figura materna negativa lo portano a scindersi in "giustiziere". Uccidere donne ubriache è una "pulizia": punisce la donna "libera" e "immorale" che, nella sua mente paranoide, minaccia la sua virilità e onore.

13. Niels Högel

  • Dinamica: Fabbricazione dell'eroismo.
  • Analisi: Il vuoto narcisistico richiede costante ammirazione. Creare l'arresto cardiaco non serve per uccidere, ma per avere l'opportunità di salvare. La morte è un "effetto collaterale" del suo bisogno disperato di essere visto come "quello bravo", colmando la sua insicurezza professionale ed esistenziale.

14. Miyuki Ishikawa

  • Dinamica: Razionalizzazione della morte.
  • Analisi: Il trauma della povertà estrema e della guerra desensibilizza. Lei non "uccide" (nella sua mente), ma "risolve un problema economico". La negligenza letale è la traduzione diretta di un mondo dove la vita vale meno della sopravvivenza economica.

15. Javed Iqbal

  • Dinamica: Vendetta speculare (Legge del Taglione).
  • Analisi: La correlazione è letterale. La polizia lo ha incatenato e torturato; lui incatena e tortura. L'acido serve a cancellare l'identità delle vittime, così come l'abuso di potere aveva cancellato la sua dignità umana. È una restituzione del male subito al mondo intero.

16. Daniel Camargo Barbosa

  • Dinamica: Riaffermazione virile sadica.
  • Analisi: Essere vestito da donna dalla matrigna è stata una castrazione simbolica umiliante. Da adulto, inverte il copione: attacca donne vergini (simbolo di purezza/intoccabilità) per distruggerle e affermare brutalmente una mascolinità predatoria che sente minacciata.

17. Yvan Keller

  • Dinamica: Eutanasia proiettiva.
  • Analisi: Cresciuto nel caos e nella negligenza, forse cerca la pace. Soffocare le anziane con un cuscino è una morte "dolce", silenziosa. Potrebbe rappresentare il desiderio inconscio di mettere a tacere il caos della propria vita, portando un sonno eterno alle figure genitoriali.

18. Aleksandr Pichushkin

  • Dinamica: Strutturazione del vuoto.
  • Analisi: Il trauma cranico porta impulsività, la perdita del nonno porta solitudine. La scacchiera è un tentativo ossessivo di dare un ordine (regole, caselle, numeri) al caos della sua mente danneggiata e alla morte stessa. Infilare oggetti nel cranio delle vittime è un richiamo concreto al suo stesso trauma cranico.

19. Jack lo Squartatore

  • Dinamica: Attacco alla generatività (Ipotesi).
  • Analisi: L'overkilling e l'asportazione dell'utero suggeriscono un odio profondo verso la donna in quanto "madre" o fonte di vita. Il rituale è un'ispezione viscerale, un tentativo di distruggere l'essenza femminile, compatibile con un trauma relazionale materno gravissimo (madre prostituta o abbandonica).

20. Larry Eyler

  • Dinamica: Esplosione del conflitto identitario.
  • Analisi: L'overkilling (coltellate eccessive) segnala che l'omicidio non è strumentale ma espressivo. Scarica sul corpo della vittima (spesso maschi attraenti) l'odio verso se stesso e verso i propri desideri omosessuali conflittuali. Distrugge ciò che desidera perché non può integrarlo nella sua identità.

 

Finalità della ricerca e limiti interpretativi

È fondamentale esplicitare il perimetro epistemologico ed etico entro cui si muove il presente studio. L'obiettivo primario di questa indagine non è la generalizzazione statistica, né tantomeno la deresponsabilizzazione giuridica o morale degli autori di reato. Al contrario, l'intento è esclusivamente quello di far emergere il "dato nascosto": quella porzione di verità clinica spesso sepolta sotto la narrazione mediatica del "mostro".

Come evidenziato dalle attività di ricerca dell'ONOF (Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari) riguardo agli autori di crimini domestici, anche nel campo della serialità omicidiaria emerge una costante invariabile: la presenza di un passato traumatico non elaborato e di tentativi disfunzionali di autocura (STAS).

Che si tratti di un padre che uccide in famiglia o di un predatore seriale come quelli analizzati nel testo di Hallow, la matrice eziologica risiede sovente nella medesima disregolazione neurobiologica e affettiva derivante dal C-PTSD.

Riconoscere le ferite dell'infanzia di un serial killer, o mappare le sostanze usate per anestetizzare il suo dolore, non equivale a fornire una scusante per la violenza agita. Spiegare non significa giustificare. Significa, piuttosto, dotare la criminologia e la clinica di strumenti predittivi più affinati. Solo illuminando le zone d'ombra della storia personale dell'autore — i traumi, le negligenze, le strategie di sopravvivenza patologiche — è possibile comprendere il meccanismo che trasforma la sofferenza subita in sofferenza inflitta, spostando il focus dall'indignazione postuma alla prevenzione precoce.

 

In arrivo la seconda parte

Dopodomani sarà online il proseguimento del nostro studio retrospettivo: "Eziopatogenesi della violenza seriale". Dopo l'introduzione della Prima Parte, approfondiremo le correlazioni cruciali tra C-PTSD, disregolazione del Sistema Nervoso Autonomo (SNA) e le strategie di autocura (STAS). Un passaggio fondamentale per comprendere le radici psicofisiologiche della violenza.

Appuntamento a dopodomani. Non mancate!

 

Riferimenti Bibliografici:

  • Hallow, M. Assassini Seriali: I 20 criminali più spietati di tutti i tempi.
  • Pubblicazioni AIPC Editore: Trauma, Dissociazione e Violenza.
  • Articoli scientifici AIPC/CIPR sulla Scala STAS e il modello della Disregolazione Emotiva.

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