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L'Omicidio Maschile e la Tragica Parità delle vittime nel giugno 2025: Un'Analisi Psico-Criminologica che sot

05/07/2025 15:54

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L'Omicidio Maschile e la Tragica Parità delle vittime nel giugno 2025: Un'Analisi Psico-Criminologica che sottolinea l'urgenza di Centri Antiviolenza Inclusivi.

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Nel cuore delle dinamiche più oscure della società, gli omicidi familiari rappresentano una piaga persistente, un monito inquietante sulla fragilità delle relazioni umane. L'Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari dell'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC) si erge come un faro in questa oscurità, offrendo un'analisi cruciale, seppur basata su fonti giornalistiche, delle tragedie che si consumano entro i confini, talvolta allargati, della "familiarità". 

L'approccio estensivo dell'AIPC, che abbraccia non solo i legami di sangue ma anche le connessioni di conoscenza, colleganza, vicinanza, amicizia e, soprattutto, le relazioni affettivo/sentimentali (presenti o passate), ci permette di cogliere la vastità delle interazioni che possono degenerare in violenza letale.

 

Il mese di Giugno 2025 ha dipinto un quadro particolarmente doloroso: su un totale di 26 vittime di omicidio, la parità è stata brutalmente raggiunta con 13 donne e 13 uomini. Tuttavia, è nel profilo specifico delle vittime femminili che emergono pattern psico-criminologici di allarmante rilevanza, coerenti con la tendenza che vede la donna vittima in percentuale di una persona con la quale ha o ha avuto una relazione affettivo sentimentale.

 

La tragica parità di vittime di omicidio nel giugno 2025 sottolinea l'urgenza inequivocabile di centri antiviolenza accessibili a tutti, senza distinzione di genere o ruolo, dove ogni persona possa trovare supporto contro la violenza. Solo così potremo affrontare efficacemente la complessità di ogni tipo di violenza, inclusa quella che vede le donne vittime di relazioni affettive e sentimentali, garantendo protezione e prevenzione per chiunque ne abbia bisogno.

 

L'Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF): Un Faro nella Comprensione della Violenza Intrafamiliare.

 

L'Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF) è una risorsa cruciale per chiunque voglia comprendere le complesse dinamiche che portano agli omicidi all'interno dei contesti familiari e relazionali in Italia. L'ONOF è un'iniziativa promossa dall'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC), un'organizzazione che si dedica allo studio e all'analisi dei fenomeni legati alla psicologia e alla criminologia, con un'attenzione particolare alla violenza.

Sebbene i dati raccolti dall'ONOF provengano principalmente da fonti giornalistiche e non siano di natura istituzionale, la loro analisi offre una prospettiva unica e fondamentale su queste tragedie. L'approccio dell'ONOF è estensivo, ampliando la definizione di "familiarità" ben oltre i legami di parentela tradizionali. Questo significa che vengono prese in considerazione anche relazioni di conoscenza, colleganza, vicinanza, amicizia e, soprattutto, i legami affettivi e sentimentali, siano essi attuali o passati. Questa visione allargata permette di cogliere l'ampio spettro di interazioni umane che possono degenerare in violenza letale.

L'analisi multidimensionale condotta dall'AIPC, attraverso l'ONOF, esamina diverse variabili cruciali, tra cui:

  • Il sesso delle vittime e degli autori.
  • La distribuzione geografica degli eventi.
  • Le armi impiegate.
  • Il grado di familiarità tra vittima e aggressore.

 

Questo approccio fornisce un quadro dettagliato, seppur intrinsecamente parziale, di un fenomeno sociale estremamente complesso. È fondamentale per evidenziare le tendenze e le caratteristiche specifiche degli omicidi commessi in questi contesti, come ad esempio la ricorrenza, evidenziata dalle analisi, che in percentuale è l'uomo la vittima di omicidi familiari per mano di un parente o conoscente, mentre la donna è vittima in percentuale di una persona con la quale ha o ha avuto una relazione affettivo sentimentale.

 

Nel panorama complesso e doloroso degli omicidi familiari in Italia, l'analisi condotta dall'Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF) dell'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC) ci offre uno spaccato cruciale, sebbene basato su fonti giornalistiche. La definizione estesa di "familiarità", che include non solo i legami di parentela ma anche relazioni di conoscenza, colleganza, vicinanza, amicizia e legami affettivo-sentimentali (attuali o passati), è fondamentale per cogliere la vastità delle interazioni umane che possono degenerare in violenza letale.

 

Il mese di giugno 2025 ha mostrato una tragica parità: su un totale di 26 vittime, 13 erano donne e 13 uomini. Tuttavia, è nell'analisi del profilo specifico delle vittime maschili che emergono pattern psico-criminologici distinti e significativi, coerenti con la tendenza che vede in percentuale l'uomo la vittima di omicidi familiari, per mano di un parente o conoscente.

 

Approfondimento delle Variabili Psico-Criminologiche nel Profilo della Vittima Maschile:

  1. Genere: Uomo (50% del totale delle vittime) La perfetta parità numerica tra vittime maschili e femminili è un dato che, pur non sottovalutando la violenza di genere sulle donne, ci spinge a non trascurare la vulnerabilità maschile in contesti intrafamiliari o relazionali. L'idea stereotipata che l'uomo sia sempre l'aggressore può oscurare la sua realtà di vittima. In questi casi, le dinamiche di potere possono essere complesse, e l'omicidio può essere il culmine di tensioni prolungate, liti, dispute per questioni economiche, ereditarie, o di onore, che in determinati contesti culturali o sociali possono assumere connotati particolarmente violenti. La mascolinità tossica o la pressione sociale a non mostrare vulnerabilità possono impedire agli uomini di chiedere aiuto in situazioni di conflitto, esacerbando il rischio.
  2. Età: 36-53 (38%) Questa fascia d'età, che rappresenta una parte significativa delle vittime maschili, spesso corrisponde a un periodo della vita in cui gli uomini sono al culmine delle loro attività lavorative e sociali, ma anche economicamente coinvolti (es. mutui, debiti, attività commerciali). Le dispute che sfociano in omicidio possono essere legate a conflitti generazionali, problematiche finanziarie o ereditarie, fallimenti imprenditoriali o familiari. Questa età può anche essere un momento di transizione o crisi personale che può intensificare le tensioni all'interno delle relazioni familiari o con conoscenti.
  3. Familiarità con l'Autore: Conoscenti (77%) Questo è il dato più rilevante e distintivo per il profilo maschile, e ribadisce con forza quanto le analisi AIPC abbiano già evidenziato: in percentuale è l'uomo la vittima di omicidi familiari, che in percentuale è vittima di un parente o conoscente. L'altissima percentuale di omicidi commessi da "conoscenti" indica che le dinamiche letali per gli uomini si generano più frequentemente al di fuori della cerchia strettissima del partner o dei familiari conviventi (a differenza delle donne). Il termine "conoscente" qui è usato nell'accezione estesa dell'ONOF e può includere amici, colleghi, vicini, o persone con cui si hanno rapporti d'affari o di vicinato. Le motivazioni potrebbero spaziare da liti per debiti, questioni di proprietà, vendette per presunti torti subiti, fino a dinamiche legate alla criminalità organizzata o a contesti di socialità deviante. Questo scenario suggerisce che gli omicidi maschili in contesti "familiari allargati" sono spesso meno legati a dinamiche di controllo affettivo e più a conflitti su beni, status o reputazione.
  4. Distribuzione Geografica: Sud e Isole (62%) La netta prevalenza degli omicidi maschili nel Sud e nelle Isole è un dato significativo che invita a una riflessione approfondita. Questa concentrazione potrebbe essere influenzata da diversi fattori socio-culturali ed economici. Le regioni del Sud, pur avendo fatto passi avanti, possono ancora presentare contesti in cui la gestione dei conflitti avviene in modo meno mediato e dove la percezione dell'onore o il rispetto di codici non scritti possono avere un peso maggiore. La presenza di organizzazioni criminali può influenzare le dinamiche omicidiarie, e la vendetta può essere un movente più marcato. Inoltre, le sfide economiche possono esasperare tensioni già esistenti, portando a esiti violenti in disputa per risorse limitate.
  5. Arma Utilizzata: Arma da Taglio (42%) Anche per gli omicidi maschili, l'uso predominante di armi da taglio è un indicatore cruciale. Similmente al profilo femminile, ciò suggerisce che questi omicidi non sono sempre il frutto di una premeditazione complessa con armi specifiche (come armi da fuoco), ma piuttosto l'esito di liti o conflitti che degenerano rapidamente. L'arma da taglio, spesso un oggetto domestico o facilmente reperibile, implica una vicinanza fisica e un'intensità emotiva nel momento dell'aggressione. Questo tipo di arma è associato a situazioni in cui l'aggressore e la vittima sono prossimi, e la violenza può esplodere in un raptus o in un momento di forte alterazione.

 

Riflessioni Conclusive

Il profilo della vittima maschile di omicidio nel giugno 2025, così come delineato dall'ONOF, rivela una complessità che va oltre le narrative più comuni sulla violenza. È fondamentale riconoscere che gli uomini, sebbene spesso identificati come aggressori, possono essere altrettanto vulnerabili alla violenza letale all'interno delle proprie reti familiari e di conoscenti. La natura di queste aggressioni, spesso legate a conflitti di interessi, dispute territoriali o di onore, e la loro maggiore incidenza nel Sud Italia, richiedono un'attenzione specifica nelle strategie di prevenzione e intervento. Comprendere appieno queste dinamiche è il primo passo per sviluppare interventi mirati che possano proteggere tutte le potenziali vittime, indipendentemente dal genere, e affrontare le radici profonde della violenza nella nostra società.

 

L'ONOF, insieme all'AIPC, al Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR) e strumenti come l'ASVS (AIPC Scientific Violence Screening), contribuisce a promuovere la consapevolezza e a fornire dati utili per la prevenzione e l'intervento nel campo della violenza relazionale.

Per maggiori informazioni o contatti, puoi fare riferimento ai seguenti recapiti:

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Sito web di riferimento: www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it

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