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La Memoria Somatica del Trauma Relazionale e il Protocollo Scientifico Integrato

01/07/2025 16:24

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La Memoria Somatica del Trauma Relazionale e il Protocollo Scientifico Integrato

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Il corpo, lungi dall'essere un mero contenitore passivo, è un archivio vivente delle nostre esperienze più profonde, soprattutto quelle di natura relazionale. Come suggerito dal concetto de "la pelle ricorda", ogni interazione, ogni tocco, ogni violazione, lascia una traccia indelebile non solo nella nostra psiche, ma anche a livello somatico. Questa memoria corporea del trauma relazionale non si manifesta semplicemente come un ricordo cosciente, ma si incide nelle risposte fisiologiche, nei pattern neuromuscolari e persino nell'espressione genetica, influenzando profondamente il nostro benessere e le nostre future dinamiche affettive.

 

A livello neurobiologico, l'esposizione a dinamiche relazionali disfunzionali o traumatiche può alterare la regolazione del sistema nervoso autonomo. Situazioni di abuso, negligenza o violenza, specialmente se protratte, attivano cronicamente la risposta di "lotta o fuga", o in alcuni casi, quella di "freezing". Questa iperattivazione o, al contrario, la dissociazione somatica, può portare a una disregolazione emotiva e a manifestazioni fisiche come tensione muscolare cronica, disturbi del sonno, problemi digestivi e persino dolore cronico inspiegabile. Il corpo, in sostanza, continua a vivere in uno stato di allerta o di intorpidimento, rievocando inconsciamente le passate minacce.

 

La Prospettiva del Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale

La psicotraumatologia relazionale, su cui si fonda l'approccio del Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale, enfatizza come i traumi non siano eventi isolati, ma vengano interiorizzati e modulati all'interno delle dinamiche interpersonali significative. La violenza relazionale, che sia fisica, psicologica o economica, produce un impatto complesso che si stratifica nel corpo e nella mente. Non si tratta solo di ciò che è accaduto, ma di come quelle esperienze hanno plasmato la nostra capacità di attaccamento, di fiducia e di regolazione emotiva. Il trauma relazionale, in particolare quello perpetrato da figure significative, mina le basi della sicurezza interna e genera schemi di risposta disfunzionali che possono riattivarsi in contesti simili. La pelle, in questo senso, diventa un sensore primario, registrando le sfumature di ogni interazione, codificando la sicurezza o la minaccia percepita.

 

Rubrica Omicidi Familiari su Modernews online. Ogni lunedì un nuovo appuntamento. Nuovo articolo: “Omicidi Familiari: L’analisi dei dati settimanali (19-25 Giugno 2025)". per leggere l’articolo cliccate sul link: https://www.modernews.online/46282_omicidi-familiari-19-25-giugno-2025-un-uomo-vittima-un-conoscente-carnefice-la-psicotraumatologia-relazionale-al-lavoro/

 

Strumenti di Valutazione: ASVS e SVITR

Per un'analisi completa di queste dinamiche, l'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC) ha sviluppato strumenti come l'ASVS (AIPC Scientific Violence Screening) e la Scala di Valutazione dell'Impatto Traumatico Relazionale (SVITR).

L'ASVS consente una valutazione scientificamente fondata della violenza subita e agita, permettendo di identificare pattern di comportamento e fattori di rischio cruciali. Dalle analisi dei dati, ricorre che in percentuale è l'uomo la vittima di omicidi familiari, che in percentuale è vittima di un parente o conoscente. La donna, in percentuale, è vittima di una persona con la quale ha o ha avuto una relazione affettivo sentimentale. Questa distinzione è fondamentale per comprendere le dinamiche specifiche della violenza di genere e intrafamiliare, e per strutturare interventi mirati.

La SVITR, invece, offre una misurazione specifica dell'impatto psicotraumatico delle relazioni disfunzionali, andando a investigare le conseguenze del trauma complesso sulla percezione di sé, sulle relazioni e sulla funzionalità quotidiana. Entrambi gli strumenti, integrati, offrono una lente preziosa per rilevare i segnali precoci, per agire preventivamente e per monitorare l'efficacia degli interventi, riconoscendo le "memorie" che la pelle conserva e che si manifestano in comportamenti o sintomi.

 

Il Protocollo Scientifico Integrato e il Ruolo del Biofeedback

L'approccio più efficace nella gestione del trauma relazionale e della violenza è un protocollo scientifico integrato. Questo significa combinare le conoscenze neurobiologiche sulla memoria somatica e sull'impatto del trauma sul sistema nervoso, con le metodologie di valutazione psicologica e criminologica come l'ASVS e la SVITR, e con le strategie di intervento psicoterapeutico validate. L'obiettivo è offrire un percorso di cura che non si limiti alla dimensione psichica, ma che tenga conto delle manifestazioni somatiche del trauma, lavorando sulla regolazione emotiva, sulla rielaborazione dei ricordi impliciti e sulla costruzione di nuove risorse interne ed esterne.

In questo contesto, il biofeedback emerge come una metodologia preziosa. Permettendo agli individui di visualizzare e quindi imparare a modulare le proprie risposte fisiologiche (come la frequenza cardiaca, la conduttanza cutanea, la tensione muscolare), il biofeedback offre uno strumento concreto per ripristinare l'equilibrio del sistema nervoso autonomo. Attraverso questa tecnica, la persona può apprendere a ridurre l'iperattivazione associata al trauma o a superare la dissociazione somatica, acquisendo un maggiore controllo sul proprio stato corporeo e emotivo. Questo processo di "re-sensibilizzazione" o "de-sensibilizzazione" guidata permette di affrontare le reazioni somatiche del trauma in un ambiente sicuro e controllato, facilitando il processo di guarigione.

È un percorso multidisciplinare per offrire un supporto olistico all'individuo traumatizzato, riconoscendo che la guarigione passa anche attraverso la rieducazione e il ripristino della sicurezza corporea.

Comprendere la profonda interconnessione tra mente, corpo e relazioni è il primo passo per spezzare il ciclo della violenza e del trauma, permettendo alla "pelle che ricorda" di trasformare la memoria del dolore in una fonte di resilienza e crescita.

 

Hai bisogno di supporto?

Se riconosci in queste parole parte della tua esperienza o di quella di qualcuno che conosci, non esitare a chiedere aiuto. Il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale dell'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia offre uno sportello di ascolto e supporto.

Puoi trovare il Centro nelle sedi di: Pescara e Roma

Per maggiori informazioni e per contattare lo sportello:

Al telefono e WhatsApp: 392 4401930 (dalle 12:00 alle 16:00, anche festivi)

Via email: aipcitalia@gmail.com

Visitando il sito web: www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it

Prendersi cura della propria "pelle che ricorda" è il primo passo verso la guarigione.

 

Se preferisci vedere ed ascoltare il reel parlato, clicca sotto.

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