9 Dicembre – La Mano che Trema
QUESTO DICEMBRE, GUARDA OLTRE LE LUCI.
Dall'8 al 24 dicembre 2025, vi porteremo dove nessuno vuole guardare: dietro le porte chiuse, oltre i sorrisi di circostanza, nel cuore pulsante delle relazioni umane.
17 Giorni. 17 Storie. Un unico filo rosso.
Dimenticate le favole di Natale. Vi racconteremo la realtà: la tensione che sale alla Vigilia, il C-PTSD che si nasconde dietro un regalo, la disregolazione emotiva che trasforma un brindisi in un incubo. Ma vi racconteremo anche la speranza.
Ogni giorno un racconto, ogni racconto una verità scientifica. Scoprirete come il protocollo ASVS, la misurazione del trauma e il Biofeedback possono riscrivere un finale che sembrava già scritto.
Non sono solo storie. Sono specchi in cui riconoscersi e strumenti per salvarsi.
L'appuntamento è l'8 Dicembre. Preparatevi a cambiare la vostra visione del Natale.
AIPC & CIPR Dalla parte della scienza, dalla parte delle persone.
Chiara
Chiara è seduta in cucina, circondata dal caos scintillante di nastri rossi, carta dorata e profumo di zenzero. Sta scrivendo i biglietti di auguri per i parenti di lui, un compito che svolge ogni anno. La calligrafia dovrebbe essere fluida, elegante, festosa; invece la penna scivola a scatti, incidendo la carta, e la sua mano trema in modo incontrollabile, come se fosse attraversata da una corrente elettrica a basso voltaggio.
Suo marito è nella stanza accanto. Non sta urlando, non sta rompendo nulla. È il suo silenzio a terrorizzarla più di ogni altra cosa. È quel modo di camminare pesante, ritmico, che le fa gelare il sangue nelle vene. Chiara vive in uno stato di C-PTSD cronico, anche se non conosce questa sigla: il suo corpo è perennemente in allerta, i muscoli contratti, il respiro corto, pronto a schivare un colpo che potrebbe non arrivare mai, o arrivare tra un secondo.
Lo sguardo le cade sulla cronaca locale aperta sul tavolo: "Tragedia della gelosia", "Raptus improvviso in famiglia". Chiude gli occhi e scuote la testa con rabbia. Sa che non esiste nessun raptus. Sa che la violenza non è un fulmine a ciel sereno, ma una lenta erosione dell'anima, un controllo capillare su come ti vesti, chi chiami, quanto spendi. Sa che la parola corretta è un'altra, e sa che se non interviene ora, quel tremore diventerà la sua unica compagnia per le feste, fino a quando il silenzio non verrà rotto definitivamente.
NON CHIAMARLO AMORE. La violenza psicologica e fisica ha un nome e una soluzione. Contatta i professionisti del CIPR.
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