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Dal punto di vista della Psicotraumatologia Relazionale, il lamentarsi cronicamente non è solo una cattiva abitudine, ma può essere inteso come un vero e proprio meccanismo di (ri)traumatizzazione. Quando una persona si lamenta incessantemente, innesca nel proprio sistema nervoso una risposta di stress prolungato, simile a quella che si verifica in condizioni traumatiche. Il costante rilascio di cortisolo, l'ormone dello stress, danneggia l'ippocampo, l'area cerebrale deputata alla memoria e all'apprendimento, compromettendo la capacità di elaborare nuove soluzioni e di uscire da schemi di pensiero disfunzionali. Questo può portare a una visione rigidamente negativa del mondo, tipica delle risposte post-traumatiche, in cui la persona si sente impotente e bloccata.
Inoltre, il lamento continuo non incide solo sulla persona che lo esprime, ma ha un impatto profondo sulle relazioni. La Psicotraumatologia Relazionale sottolinea come il benessere individuale sia intrinsecamente legato alla qualità delle interazioni sociali. Un atteggiamento lamentoso tende a creare un clima relazionale tossico, allontanando gli altri e generando un senso di isolamento. Questa dinamica può riattivare ferite relazionali pregresse, dove la persona si sente non compresa o rifiutata, perpetuando un ciclo di sofferenza. Il CIPR, nel suo approccio, si concentra proprio su come queste dinamiche negative possano essere elaborate e trasformate, riconoscendo il ruolo cruciale delle relazioni nella guarigione dai traumi.
La Gratitudine: Un processo di resilienza e connessione relazionale
In netto contrasto, la gratitudine si configura come un potente fattore di resilienza e un catalizzatore per la salute relazionale. Quando pratichiamo la gratitudine, attiviamo circuiti neurali associati alla ricompensa e al benessere, riducendo significativamente il cortisolo e promuovendo una maggiore plasticità cerebrale. Questo non solo potenzia le nostre capacità cognitive e la nostra visione positiva del futuro, ma ci permette anche di riparare e rafforzare i legami relazionali.
Dal punto di vista del CIPR, la gratitudine è uno strumento fondamentale per la riparazione dei traumi relazionali.
Esprimere gratitudine, infatti, non è un atto passivo, ma un'azione proattiva che:
Riconnette: Crea un ponte emotivo con gli altri, rafforzando il senso di appartenenza e reciprocità.
Valida: Permette di riconoscere il valore dell'altro e delle esperienze positive condivise, contrastando il senso di abbandono o incomprensione che spesso accompagna i traumi.
Promuove il co-regolamento emotivo: Incoraggia uno scambio positivo che aiuta sia chi esprime che chi riceve gratitudine a regolare le proprie emozioni, portando a una maggiore stabilità e sicurezza relazionale.
Il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale enfatizza l'importanza di integrare pratiche di gratitudine nei percorsi terapeutici, riconoscendone il potenziale trasformativo non solo a livello individuale, ma soprattutto nella riabilitazione delle dinamiche relazionali disfunzionali e nella costruzione di legami sani e supportivi.
Sintesi dei Casi e Intervento della Psicotraumatologia Relazionale
I casi di Maria e Marco illustrano le complesse sfide della genitorialità che, se non affrontate, possono generare profonde ferite relazionali e portare a una disregolazione emotiva.
Maria, una neomamma, si sente sopraffatta, inadeguata e isolata. Il suo perfezionismo e l'ansia da prestazione la rendono vulnerabile a un senso di colpa paralizzante e mettono a dura prova il suo rapporto di coppia. Le sue difficoltà riflettono una potenziale riattivazione di schemi di attaccamento insicuro o preesistenti vulnerabilità allo stress, tipiche delle manifestazioni di un disagio che la Psicotraumatologia Relazionale analizza nel contesto delle relazioni primarie.
Marco, un neopapà, sperimenta un profondo senso di esclusione e inadeguatezza nel suo ruolo paterno. La percezione di essere messo in secondo piano e la difficoltà a esprimere le proprie emozioni, unite agli stereotipi di genere, generano frustrazione e lo isolano emotivamente dalla moglie e dalla figlia. Anche in questo caso, si evidenziano dinamiche relazionali disfunzionali che possono esacerbare un senso di non-riconoscimento o abbandono, elementi centrali nell'ottica psicotraumatologica.
Entrambi i genitori, pur amando i propri figli, si trovano in una condizione di stress cronico che impatta negativamente sul loro benessere psicologico e sulla qualità delle loro relazioni familiari.
L'Intervento del Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR)
Il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR) si approccerebbe a questi casi con un focus sulla riparazione delle dinamiche relazionali disfunzionali e sulla regolazione emotiva. L'obiettivo sarebbe quello di aiutare Maria e Marco a comprendere come le loro esperienze attuali stiano riattivando schemi di risposta acquisiti in relazioni passate o situazioni stressanti, e a sviluppare nuove strategie di coping.
L'intervento si articolerebbe su più livelli:
Valutazione Approfondita con Scale Specifiche: Inizialmente, si utilizzerebbero scale di valutazione validate per misurare l'intensità del disagio emotivo, dell'ansia, della depressione e, in particolare, l'impatto delle difficoltà relazionali. Ad esempio, si potrebbe utilizzare la Scala di Valutazione dell'Impatto Traumatico Relazionale (SVITR), già menzionata, o altre scale psicometriche pertinenti per quantificare il livello di stress genitoriale o la qualità dell'attaccamento percepito. Questo permetterebbe al CIPR di ottenere un quadro oggettivo del malessere e di monitorare i progressi terapeutici.
Supporto alla Regolazione Emotiva tramite Biofeedback: Per aiutare Maria e Marco a gestire la loro disregolazione emotiva (ansia, irritabilità, senso di sopraffazione), il biofeedback sarebbe uno strumento prezioso. Questa tecnica permette di apprendere a controllare funzioni corporee involontarie (come la frequenza cardiaca, la respirazione o la tensione muscolare) attraverso un feedback visivo o acustico in tempo reale.
Per Maria, il biofeedback potrebbe essere usato per aiutarla a ridurre i picchi di ansia e a gestire la risposta allo stress legata al pianto del figlio o alla sensazione di inadeguatezza, insegnandole a calmare il sistema nervoso autonomo.
Per Marco, potrebbe aiutarlo a riconoscere e abbassare i livelli di tensione somatica legati al suo senso di esclusione o alla difficoltà di esprimersi, favorendo un maggiore radicamento e una capacità di presenza più autentica nelle interazioni familiari.
Terapia Focalizzata sulle Relazioni: Il cuore dell'intervento del CIPR sarebbe la terapia che affronta direttamente le dinamiche relazionali. Si lavorerebbe con Maria e Marco (anche individualmente e, se opportuno, in coppia) per:
Riconoscere e validare le proprie emozioni: Aiutarli a dare un nome e accettare le loro frustrazioni, paure e senso di colpa, senza giudizio.
Migliorare la comunicazione: Insegnare strategie per esprimere bisogni e sentimenti in modo assertivo, non lamentoso, favorendo l'ascolto reciproco e la comprensione nel rapporto di coppia e con il figlio.
Rinegoziare i ruoli genitoriali: Supportare la coppia nel definire ruoli più equilibrati e riconosciuti, permettendo a Marco di sentirsi più coinvolto e a Maria di condividere il carico.
Riparare le ferite relazionali: Attraverso tecniche specifiche della psicotraumatologia relazionale, si lavorerebbe sulla riparazione di eventuali traumi o schemi disfunzionali preesistenti che vengono riattivati dalle sfide genitoriali.
In sintesi, l'approccio del CIPR mira a rafforzare la capacità di co-regolazione emotiva all'interno della famiglia, promuovendo una genitorialità più consapevole, resiliente e connessa, dove le difficoltà vengono trasformate in opportunità di crescita e consolidamento dei legami.
Hai letto e riconosciuto dinamiche che ti riguardano?
Se ti sei sentito/a compreso/a in queste descrizioni sul Lamento Cronico o sulle sfide della genitorialità che possono portare a un senso di isolamento e disregolazione emotiva, sappi che non sei solo/a.
Il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR) e l'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC) sono qui per offrirti supporto e strumenti per trasformare queste dinamiche.
Per maggiori informazioni o per un confronto, puoi contattare il CIPR all'indirizzo info@psicotraumatologia.com o l'AIPC all'indirizzo aipcitalia@gmail.com. Puoi anche visitare il sito www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it o chiamare il numero WhatsApp 3924401930.
Non aspettare, prenditi cura delle tue relazioni e del tuo benessere!