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La grammatica di una ferita, cicatrici invisibili e violenza nelle relazioni
A cura di Massimo Lattanzi¹²³ e Tiziana Calzone¹²³
¹Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC) ²Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR) ³Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF)
Abstract (Italiano)
Il presente articolo offre un'analisi clinica approfondita della frase "Ci siamo illusi, abbiamo creduto ad ogni sguardo ad ogni abbraccio, perché non abbiamo mai provato l'amore di una madre, che ci ha abbandonati alla nascita!", estrapolata dalla 21° puntata della serie La notte nel cuore. Attraverso le lenti della psicotraumatologia relazionale, del Disturbo da Stress Post-Traumatico Complesso (C-PTSD) e del modello ACEs, si decostruisce il vissuto traumatico dei due gemelli protagonisti. L'abbandono perinatale è inquadrato come l'evento avverso fondativo che instaura una "narrazione della disregolazione". L'analisi dimostra come la ferita si cristallizzi in un quadro di C-PTSD, esplorando l'ambivalenza del legame gemellare come fattore protettivo e sistema di co-traumatizzazione. Viene delineato un percorso terapeutico fasico, in linea con l'approccio AIPC/CIPR, fondato sulla valutazione scientifica tramite ASVS, SVITR (Scala di Valutazione dell'Impatto Traumatico Relazionale) e P-SVITR (versione per la diade/partner), e su interventi "bottom-up" come il biofeedback. La dichiarazione dei gemelli diviene così il punto di partenza per una nuova narrazione di sopravvivenza e potenziale guarigione.
Abstract (English)
This article provides an in-depth clinical analysis of the statement "We deluded ourselves, we believed in every glance, in every hug, because we never experienced the love of a mother, who abandoned us at birth!", taken from the 21st episode of the series La notte nel cuore. Through the lenses of relational psychotraumatology, Complex Post-Traumatic Stress Disorder (C-PTSD), and the ACEs model, the traumatic experience of the twin protagonists is deconstructed. Perinatal abandonment is framed as the foundational adverse event establishing a "narrative of dysregulation". The analysis shows how this wound crystallizes into a C-PTSD framework, exploring the twin bond's ambivalence as both a protective factor and a co-traumatizing system. A phase-based therapeutic path is outlined, aligned with the AIPC/CIPR approach, based on scientific assessment via ASVS, SVITR (Relational Traumatic Impact Assessment Scale) and P-SVITR (partner/dyadic version), and on "bottom-up" interventions like biofeedback. The twins' statement thus becomes the starting point for a new narrative of survival and potential healing.
Introduzione: la narrazione del vuoto
Il presente report offre un'analisi clinica approfondita della frase emblematica espressa da due gemelli abbandonati alla nascita, estrapolata dalla 21° puntata della serie La notte nel cuore: "Ci siamo illusi, abbiamo creduto ad ogni sguardo ad ogni abbraccio, perché non abbiamo mai provato l'amore di una madre, che ci ha abbandonati alla nascita!". Questa dichiarazione, lungi dall'essere una semplice espressione di dolore, costituisce una complessa narrazione fenomenologica di una vita plasmata dal trauma relazionale complesso. Attraverso le lenti della psicotraumatologia relazionale, del Disturbo da Stress Post-Traumatico Complesso (C-PTSD) e del modello delle Esperienze Sfavorevoli Infantili (ACEs), e facendo specifico riferimento al quadro teorico sviluppato dal Dott. Massimo Lattanzi e dalla Dott.ssa Tiziana Calzone (AIPC/CIPR), questo documento decostruisce le fondamenta psicobiologiche di tale vissuto.
L'abbandono perinatale è inquadrato come l'evento avverso fondativo, un trauma pre-verbale che instaura una "narrazione della disregolazione" a livello neurobiologico. L'analisi dimostra come questa ferita si cristallizzi in un quadro clinico di C-PTSD, esplorando la natura paradossale del legame gemellare: fattore protettivo essenziale e sistema di co-traumatizzazione. Infine, viene delineato un percorso terapeutico integrato e fasico, che privilegia approcci "bottom-up" per stabilizzare il sistema nervoso, seguiti da interventi relazionali per ricostruire un sé coerente. La dichiarazione dei gemelli diventa il punto di partenza per trasformare il vuoto in una storia di sopravvivenza.
Parte I: La ferita fondamentale: l'abbandono perinatale come trauma relazionale
Questa sezione definisce l'abbandono alla nascita come la catastrofica interruzione della matrice relazionale primaria, un evento che compromette la traiettoria stessa dello sviluppo neurobiologico e psicologico.
1.1 Il trauma inespresso: una definizione nel contesto AIPC/CIPR
L'abbandono alla nascita è la quintessenza del trauma relazionale pre-verbale. Secondo il modello AIPC/CIPR, il trauma è "l'incapacità di integrare gli effetti di un evento traumatico". Qui, l'esperienza non si deposita come ricordo, ma si inscrive nel sistema nervoso come disregolazione cronica, un'oscillazione caotica tra iper-attivazione (lotta/fuga) e ipo-attivazione (collasso/shutdown). Questo stabilisce il template fisiologico per la futura gestione dello stress, rafforzato dal concetto di trauma epigenetico, che vede l'esperienza "incisa" a livello di espressione genica.
1.2 La prima e più grave esperienza sfavorevole infantile (ace)
L'abbandono è la più estrema delle Esperienze Sfavorevoli Infantili (ACEs) e innesca una cascata di stress tossico. Questa condizione neurotossica danneggia l'architettura cerebrale, programmando il cervello per la percezione della minaccia (neurocezione). Di conseguenza, la speranza di connessione ("credere ad ogni sguardo") è un costrutto mentale destinato a scontrarsi con una fisiologia cablata per il pericolo, portando all'inevitabile "disillusione".
1.3 Il vuoto giuridico e psicologico: il contesto del "parto in anonimato"
La legge italiana (art. 30 del D.P.R. 396/2000) sul parto in anonimato, pur essendo uno strumento di civiltà, codifica una rottura nella biografia del bambino. Questa condizione di "figli di ignoti" amplifica l'esperienza psicologica di essere senza fondamenta. La legge agisce come un rinforzo sociale della narrazione traumatica, convalidando l'esperienza interna di frammentazione e indegnità tipica del C-PTSD.
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Parte II: L'architettura di un sé traumatizzato: manifestazioni del C-PTSD
Questa sezione mappa la dichiarazione dei gemelli sui cluster sintomatologici del C-PTSD, con particolare attenzione alle "Alterazioni nell'Organizzazione del Sé" (DSO) dell'ICD-11.
2.1 "Ci siamo illusi": La fenomenologia di un concetto di sé negativo
La frase "Ci siamo illusi" esprime un concetto di sé cronicamente e stabilmente negativo, pilastro del C-PTSD. Veicola la credenza nucleare di essere indegni d'amore e colpevoli del proprio fallimento relazionale, un'identità frammentata costruita su un fondamento di assenza.
2.2 "Abbiamo creduto ad ogni sguardo ad ogni abbraccio": disregolazione affettiva e difficoltà interpersonali
Questo agito rivela un ciclo doloroso: l'ipervigilanza relazionale porta ad aggrapparsi a ogni segnale di accettazione, ma la programmazione alla minaccia fa sì che ogni minimo stressor venga vissuto come abbandono, innescando una reazione emotiva sproporzionata che conferma la credenza di indegnità. È la manifestazione della "narrazione della disregolazione" descritta da Lattanzi e Calzone.
2.3 La narrazione somatica dell'assenza: "perché non abbiamo mai provato l'amore di una madre"
Questa frase è la traduzione verbale di una narrazione somatica. L'assenza dell'amore materno non è un'idea, ma un vuoto inscritto nella fisiologia. Il senso di vuoto cronico e l'ansia diffusa sono il linguaggio di questa storia non verbale, che richiede un intervento "bottom-up" per essere raggiunta.
2.4 Distinzioni cliniche: C-PTSD vs. disturbo borderline di personalità (BPD)
Una diagnosi differenziale è cruciale. Nel C-PTSD, il concetto di sé è stabilmente negativo ("danneggiato"), mentre nel BPD è instabile. Le relazioni nel C-PTSD sono caratterizzate da evitamento; nel BPD, da instabilità intensa. La dichiarazione dei gemelli, con il suo giudizio stabile di fallimento, è maggiormente allineata con la diagnosi di C-PTSD.
Parte III: La diade della sopravvivenza: co-regolazione e co-traumatizzazione nel legame gemellare
Questa sezione analizza il ruolo ambivalente del legame gemellare, risorsa primaria e ostacolo alla guarigione.
3.1 Un attaccamento di necessità: il gemello come caregiver primario
Nel vuoto materno, il legame tra gemelli diventa l'unica relazione di attaccamento, sviluppando con ogni probabilità uno stile disorganizzato. La fonte di conforto è anche fonte di angoscia, poiché ognuno riflette e amplifica la disregolazione dell'altro.
3.2 La neurobiologia di una realtà condivisa: co-regolazione e sintonizzazione neurale
La loro sopravvivenza si è basata sulla co-regolazione, un processo che porta alla sintonizzazione neurale (neural attunement). I loro cervelli sono "sincronizzati" in una realtà comune. Tuttavia, hanno imparato a co-regolare la disregolazione, normalizzando uno stato di allerta cronica. La sicurezza che provano insieme è la familiarità di una risposta al trauma condivisa.
3.3 Un fattore protettivo e una ferita condivisa
Il legame è paradossale: è stato un fattore protettivo che li ha salvati, ma è anche una barriera alla guarigione. Vivono in una "camera dell'eco" del trauma. Questa "bolla traumatica" può portare al sabotaggio di relazioni esterne, percepite come una minaccia all'omeostasi della diade.
Parte IV: percorsi di integrazione e guarigione: un quadro terapeutico integrato
Questa sezione delinea un modello di trattamento fasico basato sull'approccio scientifico dell'AIPC/CIPR.
4.1 Fase 1: Il primato della regolazione somatica e della sicurezza
Il percorso deve iniziare dal corpo ("bottom-up") per stabilizzare il sistema nervoso autonomo.
- Psicoterapia sensomotoria e somatic experiencing (se): Utilizzano la consapevolezza corporea per processare l'attivazione traumatica bloccata.
- Biofeedback: Strumento chiave di questa fase. Attraverso il monitoraggio di parametri fisiologici (es. HRV), i gemelli imparano a riconoscere e influenzare attivamente i propri stati di iper/ipo-attivazione, sviluppando un senso di agentività sulla propria fisiologia.
- Mindfulness: Pratiche come la respirazione consapevole aumentano la finestra di tolleranza.
4.2 Fase 2: Ricostruire i modelli relazionali ed elaborare il trauma
· Raggiunta la stabilità, la terapia affronta le ferite dell'attaccamento.
- Valutazione scientifica con SVITR e P-SVITR: È essenziale una mappatura precisa del danno. La SVITR (Scala di Valutazione dell'Impatto Traumatico Relazionale) quantifica l'impatto sui singoli. La P-SVITR, specifica per le diadi e i partner, è fondamentale per analizzare le dinamiche disfunzionali della diade gemellare, identificando i pattern di co-traumatizzazione.
- Psicoterapia dello sviluppo diadico (DDP): Adattata alla diade, facilita un'esperienza emozionale correttiva.
- Internal family systems (IFS): Aiuta ogni gemello a identificare e guarire le proprie "parti" interne ferite.
4.3 Fase 3: Da una narrazione della disregolazione a una storia coerente
La fase finale si concentra sull'integrazione e sulla costruzione di una storia coerente di sopravvivenza, resilienza e scelta consapevole, dove le "illusioni" passate diventano tentativi coraggiosi di soddisfare un bisogno fondamentale.
4.4 L'Approccio clinico AIPC/CIPR: Una sintesi
Il percorso qui delineato si allinea con l'approccio scientifico AIPC/CIPR. Il modello prevede una valutazione iniziale (es. ASVS), seguita da una psicodiagnosi approfondita con la SVITR. L'enfasi sulla neurofisiologia supporta l'uso del biofeedback (Fase 1). L'approccio relazionale si concretizza nel lavoro sulla diade, analizzato tramite la P-SVITR (Fase 2), e nell'integrazione narrativa (Fase 3).
Conclusione: reclamare il sé dal vuoto
La dichiarazione dei gemelli in La notte nel cuore si trasforma da lamento a testimonianza della forza della pulsione umana verso la connessione. La guarigione non consiste nel cancellare la ferita, ma nell'integrare questa assenza in una storia di vita più ampia e resiliente. La loro dichiarazione non è una condanna, ma un'apertura: l'inizio di una storia che, per la prima volta, possono scrivere consapevolmente.
Se le dinamiche di colpa e violenza descritte risuonano con la tua storia personale o familiare, ricorda che è possibile spezzare la catena del trauma.
Per intraprendere un percorso di consapevolezza e guarigione, contatta gli specialisti del Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR) nelle sedi di Pescara e Roma.
Email: aipcitalia@gmail.com
WhatsApp: 3924401930
Sito Web: www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it
Riferimenti bibliografici
- Calzone, T., & Lattanzi, M. (2022). Il Trauma Relazionale. Valutazione e implicazioni cliniche con la scala SVITR. AIPC Editore.
- Calzone, T., & Lattanzi, M. (2024). Il trauma nella diade. Valutazione e intervento con la P-SVITR (Partner-Scala di Valutazione dell'Impatto Traumatico Relazionale). AIPC Editore.
- Lattanzi, M. (a cura di). (2021). Violenza e Trauma. Analisi, valutazione e trattamento. AIPC Editore.
- Lattanzi, M. (2020). Psicologia e Criminologia: Manuale per la valutazione del rischio e dell'impatto della violenza. Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia.
- ONOF - Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari. (2025). Report Annuale sugli Omicidi in Contesto Familiare e Affettivo in Italia. AIPC - Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia.
- AIPC - Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia. (s.d.). Articoli e Approfondimenti sulla Psicologia del Trauma. Recuperato da https://www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it/
- CIPR - Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale. (s.d.). Modelli di intervento per il C-PTSD. Recuperato da https://www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it/cipr/
- Lattanzi, M., & Calzone, T. (2021). L'ASVS (AIPC Scientific Violence Screening) come strumento per l'identificazione precoce del rischio. Rivista di Psicologia e Criminologia AIPC, 4(2), 45-58.
- Van der Kolk, B. A. (2014). The body keeps the score: Brain, mind, and body in the healing of trauma. Penguin Books.