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Omicidi familiari: La grammatica della violenza e il trauma relazionale ad agosto 2025
Autori: Massimo Lattanzi, Tiziana Calzone
Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF), Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC). Pubblicazione: Report Mensile AIPC – Agosto 2025
Abstract (Italiano)
Obiettivo: Il presente studio analizza i dati sugli omicidi familiari avvenuti in Italia nell'agosto 2025, applicando il modello della psicotraumatologia relazionale per decodificare le dinamiche sottostanti l'atto violento.
Metodo: Attraverso un'autopsia psicologica dei dati raccolti dall'Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF) da fonti aperte, lo studio applica il framework teorico-clinico sviluppato da Lattanzi e Calzone (AIPC/CIPR), che integra la teoria dell'attaccamento e la Teoria Polivagale. Vengono analizzati e comparati i profili di vittime e autori, il contesto relazionale e il modus operandi.
Risultati: L'analisi rivela distinti pattern di genere: la vittimizzazione femminile è legata al trauma d'attaccamento nel contesto post-separazione (100% dei casi partner/ex); la vittimizzazione maschile emerge dal fallimento della co-regolazione emotiva in conflitti con conoscenti (83% dei casi). Si evidenzia un drammatico aumento nell'uso di armi da taglio (+60%) rispetto a luglio 2025, interpretato come un indicatore di crescente disregolazione neurobiologica.
Conclusioni: L'omicidio familiare è inquadrato come il sintomo terminale di un trauma relazionale non elaborato. Si sostiene la necessità di superare un approccio preventivo puramente contenitivo in favore di un intervento clinico focalizzato sulla cura del trauma sia nelle vittime che negli autori, come strategia primaria per interrompere il ciclo della violenza.
Family Homicides: The Grammar of Violence and Relational Trauma in August 2025
Authors: Massimo Lattanzi, Tiziana Calzone National Observatory on Family Homicides (ONOF), Italian Association of Psychology and Criminology (AIPC). Publication: AIPC Monthly Report – August 2025
Abstract
Objective: This study analyzes data on family homicides in Italy during August 2025, applying the relational psychotraumatology model to decode the dynamics underlying the violent act.
Method: Through a psychological autopsy of data collected by the National Observatory on Family Homicides (ONOF) from open sources, the study applies the theoretical-clinical framework developed by Lattanzi and Calzone (AIPC/CIPR), which integrates attachment theory and Polyvagal Theory. Profiles of victims and perpetrators, relational contexts, and modus operandi are analyzed and compared.
Results: The analysis reveals distinct gender-based patterns: female victimization is linked to attachment trauma in the post-separation context (100% of partner/ex cases); male victimization emerges from the failure of emotional co-regulation in conflicts with acquaintances (83% of cases). A dramatic increase in the use of bladed weapons (+60%) compared to July 2025 is highlighted, interpreted as an indicator of growing neurobiological dysregulation.
Conclusions: Family homicide is framed as the terminal symptom of unresolved relational trauma. The study argues for the need to move beyond purely containment-based prevention towards a clinical intervention focused on treating trauma in both victims and perpetrators as a primary strategy to break the cycle of violence.
1. Introduzione
L'analisi dei delitti familiari richiede un superamento dei paradigmi criminologici tradizionali. Per decodificare la complessa grammatica della violenza, è necessario un framework che ponga al centro la relazione e le sue ferite. Questo studio applica la lente della psicotraumatologia relazionale, secondo il modello teorico sviluppato da Lattanzi e Calzone (AIPC/CIPR), ai dati sugli omicidi familiari di agosto 2025. Il trauma relazionale, specialmente se precoce, altera i circuiti neurali della regolazione emotiva. Basandosi sulla Teoria Polivagale di Porges, si postula che l'atto omicida rappresenti il fallimento del sistema di ingaggio sociale (ventrovagale) e la presa di potere disregolata dei sistemi di difesa primitivi (lotta/fuga simpatico e collasso dorsovagale). L'omicidio non è letto come una scelta, ma come la reazione di un sistema nervoso sopraffatto che risponde a una minaccia relazionale presente con l'intensità di una minaccia mortale passata.
2. Metodologia
I dati sono stati raccolti dall'Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF) dell'AIPC attraverso il monitoraggio di fonti giornalistiche aperte nel periodo 1-31 agosto 2025. Sebbene non ufficiali, questi dati permettono un'analisi tempestiva. La metodologia si basa sul modello dell'autopsia psicologica, applicando il framework della psicotraumatologia relazionale per interpretare le variabili chiave: profilo di vittima e autore, grado di familiarità, e arma utilizzata. I risultati sono stati comparati con i dati di luglio 2025 per identificare le tendenze evolutive.
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3. Analisi dei risultati: l'escalation di agosto
Il confronto tra i dati di agosto e quelli di luglio 2025 non mostra una semplice fluttuazione statistica, ma una vera e propria metamorfosi della violenza, indicando un'inquietante escalation sia nella sua portata relazionale che nella sua intensità letale.
L'analisi rivela innanzitutto che la disregolazione emotiva sta "tracimando" dal nucleo familiare stretto al tessuto sociale più ampio. Se a luglio gli omicidi tra conoscenti rappresentavano il 26% del totale, ad agosto questa cifra esplode al 38%, diventando la modalità predominante. Questo aumento di 12 punti percentuali avviene in concomitanza con un calo degli omicidi commessi da parenti (dal 29% al 19%), suggerendo che i meccanismi di contenimento, per quanto patologici, dei conflitti intrafamiliari si stiano erodendo e la violenza si stia riversando nelle interazioni sociali più fragili.
Questa espansione della violenza è accompagnata da un cambiamento ancora più scioccante nel modus operandi, che ne segnala una maggiore carica distruttiva. L'uso di armi da taglio ha subito un'impennata vertiginosa, passando da un modesto 13% a luglio al 73% ad agosto. Questo balzo di 60 punti percentuali ha reso il coltello l'arma quasi esclusiva, mentre sono crollate l'aggressione fisica (dal 33% al 7%) e le armi improprie (dal 20% allo 0%).
All'interno di questo scenario di escalation, emergono i seguenti profili:
- La dinamica femminile (vittima e autrice): La vittimizzazione femminile è la quintessenza della violenza post-separazione, esito di un legame traumatico: nel 100% dei casi in cui l'autore è un partner o ex, si tratta di un ex-partner. Sul versante opposto, la donna autrice (21% del totale), tipicamente matura (67% tra 54-71 anni), uccide il proprio partner (67%) esclusivamente con un'arma da taglio (100%), suggerendo una reazione esplosiva che emerge da uno stato cronico di impotenza appresa.
- La dinamica maschile (vittima e autore): Il profilo maschile è il protagonista dell'escalation tra conoscenti. L'uomo è più giovane sia come vittima (34% tra 18-35 anni) che come autore (37% nella stessa fascia d'età). La dinamica è quella del fallimento della co-regolazione emotiva: nell'83% dei casi la vittima uomo è uccisa da un conoscente, e nel 100% dei casi l'uomo autore uccide un conoscente. L'arma da taglio è predominante (78% per le vittime, 67% per gli autori), firma di un "dirottamento amigdaloideo" dove una ferita narcisistica bypassa il controllo razionale.
Leti insieme, questi trend dipingono un quadro allarmante. La violenza non solo si sta diffondendo oltre le mura domestiche, ma lo sta facendo con una ferocia maggiore. Il passaggio all'arma da taglio è la firma neurobiologica di un'esplosione di rabbia più focalizzata e letale, sintomo di una disregolazione emotiva che ha raggiunto un punto critico.
Ascolta il podcast sul Canale AIPC Editore su Spotify MENTE|CRIMINE|TRAUMA “Omicidi familiari: La grammatica della violenza e il trauma relazionale ad agosto 2025” clicca sul link: https://open.spotify.com/episode/1iR2XZ8ipl3CBlsu7Z0ULX?si=6c29bb73a572459b
4. Discussione dei casi studio
L'applicazione del modello a due casi specifici ne illustra la validità esplicativa.
- Caso vittima donna (Foggia): L'omicidio a coltellate di una donna da parte dell'ex-partner dopo una denuncia viene interpretato non come "gelosia", ma come la riattivazione traumatica di un'angoscia primordiale di abbandono. La denuncia agisce da trigger, portando a un atto di fusione distruttiva per negare la separazione.
- Caso vittima uomo (Milano): L'omicidio di un uomo da parte del cognato, giustificato come "difesa della sorella", è letto come un atto "riparativo" distorto. L'autore non agisce per un movente personale, ma per correggere una ferita transgenerazionale, mettendo in scena nel presente un copione traumatico di impotenza appresa nel passato.
Entrambi i casi dimostrano che il vero motore dell'omicidio è un trauma relazionale non elaborato che viene riattivato (re-enacted) da un evento del presente.
5. Conclusioni e implicazioni per la prevenzione
L'analisi dimostra che l'omicidio familiare è l'esito prevedibile di un trauma relazionale che frattura la capacità di regolazione emotiva. Questa conclusione impone un cambio di paradigma nelle strategie di prevenzione. Un approccio basato esclusivamente sulla repressione è insufficiente, in quanto non interviene sulla radice del problema. La vera prevenzione deve essere clinica, spostando il focus dal controllo alla cura. È necessario implementare interventi, come il protocollo A.S.V.S. dell'AIPC, che trattino il trauma e insegnino competenze di regolazione emotiva, rivolgendosi non solo alle vittime ma anche agli autori di violenza. Trattare il trauma dell'autore non significa assolverlo, ma prevenire la perpetuazione del ciclo della violenza. L'obiettivo ultimo non deve essere solo prevenire l'omicidio, ma prevenire il trauma che lo genera.
Se i temi della violenza familiare e del trauma relazionale ti toccano da vicino o professionalmente, il CIPR di Pescara e Roma e l'ONOF (Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari) offrono uno spazio di ascolto e intervento. Per approfondire, collaborare o chiedere supporto, contatta i nostri esperti tramite email a aipcitalia@gmail.com o su WhatsApp al 3924401930.
Riferimenti Bibliografici
- Calzone T., & Lattanzi M. (2023). Psicotraumatologia Relazionale: Dalla ferita del legame alla cura integrata. Roma: AIPC Editore.
- Lattanzi M., & Calzone T. (2022). Il protocollo A.S.V.S. (A.I.P.C. Scientific Violence Screening): Un approccio neurobiologico integrato alla valutazione del rischio. In Atti del Convegno Nazionale CIPR. Pescara.
- ONOF - Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari. (2025). Report Mensile sugli Omicidi Familiari in Italia – Agosto 2025. Roma: Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC).
- Porges, S. W. (2011). The Polyvagal Theory: Neurophysiological Foundations of Emotions, Attachment, Communication, and Self-regulation. New York: W. W. Norton & Company.