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L'Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF), dipartimento chiave dell'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC), emerge come strumento fondamentale per comprendere le complesse dinamiche che portano agli omicidi nei contesti familiari e relazionali in Italia. L'approccio dell'ONOF estende la definizione di "familiarità" oltre i legami di parentela, includendo ogni tipo di relazione significativa, dai conoscenti ai legami affettivi passati o presenti. Questa visione allargata, unita alla lente della psicotraumatologia relazionale del CIPR (Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale), permette di cogliere l'ampio spettro di interazioni umane che possono degenerare in violenza letale.
Il lavoro dell'ONOF, sebbene basato su dati giornalistici, offre una prospettiva cruciale per evidenziare le tendenze e le caratteristiche di questi omicidi. Le analisi multidimensionali, condotte dall'AIPC, esaminano variabili come il sesso delle vittime e degli autori, la distribuzione geografica, le armi impiegate e il grado di familiarità tra aggressore e vittima. Queste analisi hanno già rivelato pattern ricorrenti, come la maggiore incidenza dell'uomo come vittima in omicidi familiari per mano di parenti o conoscenti, e della donna come vittima di persone con cui ha o ha avuto una relazione affettivo-sentimentale.
Recentemente, la rubrica settimanale dell'ONOF ha fornito un'illuminante prospettiva sugli omicidi familiari, rivelando come in un periodo specifico, determinate caratteristiche della vittima e dell'autore abbiano mostrato una significativa prevalenza. Questo sottolinea l'importanza dell'indagine approfondita di ogni variabile, sia della vittima che dell'autore, attraverso la lente della psicotraumatologia relazionale. Tale approccio è fondamentale per comprendere le radici profonde delle dinamiche relazionali disfunzionali e dei traumi irrisolti che spesso sono alla base di queste tragedie. Il CIPR, in particolare, contribuisce a illuminare come le ferite emotive e i conflitti irrisolti possano condurre a esiti così drammatici.
Il lavoro congiunto di AIPC, CIPR e ONOF è cruciale per comprendere e affrontare queste complesse realtà, fornendo dati e analisi che sono indispensabili per sviluppare strategie di prevenzione più efficaci e per offrire supporto adeguato a chi ne ha bisogno.
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Analisi Approfondita delle Variabili Vittima-Autore (3-9 Luglio 2025)
La rubrica settimanale, curata dalla Dott.ssa Tiziana Calzone, Dott.ssa Federica Casula e Dott. Massimo Lattanzi, fornisce un'analisi illuminante sugli omicidi familiari avvenuti nella settimana dal 3 al 9 luglio 2025. Ogni variabile, sia della vittima che dell'autore, viene qui approfondita con la lente della psicotraumatologia relazionale, considerando il ruolo cruciale delle dinamiche interpersonali che precedono e seguono l'evento omicidiario.
Profilo della Vittima di Omicidi Familiari
Nella settimana analizzata, le caratteristiche più elevate delle vittime di omicidio mostrano un quadro specifico:
- Genere: Uomo (75%) L'elevata percentuale di uomini vittime (75%) in questa settimana sottolinea, in continuità con quanto precedentemente memorizzato, come gli uomini siano spesso vittime di omicidi familiari per mano di parenti o conoscenti. Dalla prospettiva psicotraumatologica relazionale del CIPR, questo dato può suggerire che le dinamiche relazionali disfunzionali all'interno del nucleo familiare o della rete di conoscenze intime possano degenerare in violenza letale. La rottura di patti impliciti, la gestione distorta dei conflitti o l'accumulo di risentimenti in contesti maschili possono sfociare in esiti drammatici, spesso meno attesi o stigmatizzati rispetto alla violenza di genere sulle donne.
- Età: 18-35 (25%), 36-53 (25%), 72+ (25%) La distribuzione variegata dell'età delle vittime (tre fasce con il 25% ciascuna) indica che gli omicidi familiari non risparmiano alcuna età adulta.
- Le vittime più giovani (18-35 anni) potrebbero essere coinvolte in dinamiche di conflitto emergenti, magari legate a fasi di vita di transizione, dipendenze, o dispute patrimoniali. Dal punto di vista del CIPR, queste relazioni possono essere caratterizzate da immaturità affettiva, mancanza di strategie di coping efficaci o scarsa capacità di gestione della frustrazione, portando a esplosioni violente.
- La fascia 36-53 anni rappresenta spesso l'apice delle responsabilità familiari e lavorative, e i conflitti possono riguardare questioni economiche, tradimenti o logoramento di relazioni di lunga data. Qui, la psicotraumatologia relazionale si concentra sull'impatto cumulativo di traumi relazionali non risolti, che possono aver eroso il legame fino al punto di rottura irreversibile.
- La presenza di vittime anziane (72+ anni) suggerisce vulnerabilità legate alla dipendenza, fragilità fisica, o abusi invisibili all'interno di dinamiche familiari complesse, dove la vittima potrebbe essere percepita come un peso o un ostacolo. Questi omicidi spesso nascondono storie di abbandono emotivo o strumentalizzazione.
- Familiarità con l'Autore: Parenti (75%) Il dato preponderante dei parenti come autori (75%) è un dato chiave per l'ONOF e per la psicotraumatologia relazionale. L'omicidio commesso da un parente è spesso il culmine di una lunga storia di interazioni disfunzionali, abusi (fisici, emotivi, psicologici), negligenza o violenza domestica ciclica. La rottura della fiducia fondamentale e del senso di sicurezza che dovrebbe derivare dai legami familiari genera un trauma profondo, non solo per la vittima ma anche per i sopravvissuti. Questi eventi distruggono l'idea stessa di famiglia come rifugio sicuro.
- Distribuzione Geografica: Nord (50%) La concentrazione nel Nord Italia (50%) per questa settimana può indicare fattori socio-economici o culturali specifici di quelle aree, o semplicemente una fluttuazione statistica del periodo. Tuttavia, l'AIPC e il CIPR esaminerebbero come le pressioni economiche, i livelli di stress, la densità abitativa o anche le specifiche subculture locali possano influire sulla manifestazione della violenza interpersonale, inclusa la facilità di accesso a determinate armi.
- Arma Utilizzata: Arma da taglio e da Fuoco (50%) L'uso bilanciato di armi da taglio e da fuoco (50%) è significativo. L'arma da taglio spesso indica un crimine d'impeto, commesso in un momento di intensa rabbia o disperazione, dove la vicinanza fisica tra autore e vittima è massima, rendendo l'atto estremamente personale e brutale. L'arma da fuoco, invece, pur potendo essere anch'essa legata a un impulso, può suggerire una maggiore premeditazione o una distanza emotiva che permette un atto più "pulito" (dal punto di vista dell'autore), sebbene altrettanto letale. Entrambe le tipologie di armi evidenziano la letalità e la gravità dell'intento omicidiario nel contesto relazionale.
Rubrica Omicidi Familiari su Modernews online. Ogni lunedì un nuovo appuntamento. Omicidi Familiari: La Settimana nera degli Uomini – L'Analisi Criminologica AIPC e ONOF (3-9 Luglio 2025). Per leggere l’articolo cliccate sul link: https://www.modernews.online/46828_omicidi-familiari-la-settimana-nera-degli-uomini-lanalisi-criminologica-aipc-e-onof-3-9-luglio-2025/
Profilo dell'Autore o Rei Confessi di Omicidi Familiari
Il profilo dell'autore, anch'esso analizzato con la lente della psicotraumatologia relazionale, rivela dinamiche complementari a quelle della vittima:
- Genere: Uomo (100%) Il dato del 100% di autori uomini in questa settimana rinforza la comprensione che, negli omicidi familiari, gli uomini sono sia vittime che, in questa specifica analisi, gli unici autori. Questo può essere correlato a modelli di aggressività internalizzati, problematiche di controllo, o una maggiore propensione all'uso della violenza fisica come mezzo per risolvere i conflitti in contesti di fallimento relazionale. La psicotraumatologia del CIPR indaga le storie di vita di questi individui, cercando pattern di trauma non risolti, esposizione a violenza, o modelli relazionali appresi che possono portare all'escalation della violenza.
- Età: 54-71 (50%) La prevalenza di autori nella fascia 54-71 anni (50%) suggerisce che l'omicidio familiare non è appannaggio solo dei giovani adulti. Questa età può indicare accumulo di frustrazioni di lunga data, problemi di salute mentale non trattati, difficoltà economiche sopraggiunte, solitudine, o la degenerazione di relazioni coniugali o familiari problematiche che raggiungono un punto di non ritorno nella fase avanzata della vita. L'analisi del CIPR esplorerebbe come traumi passati, anche non direttamente correlati alla relazione con la vittima, possano riemergere e innescare comportamenti violenti in età matura.
- Familiarità con la Vittima: Parenti (75%) Il fatto che il 75% degli autori siano parenti della vittima conferma la natura intima e spesso tragica di questi crimini. La familiarità, che dovrebbe essere fonte di protezione, si trasforma in contesto di pericolo. Questo dato evidenzia l'importanza per l'ONOF di indagare le dinamiche intrafamiliari: abusi di potere, controllo, gelosia, dipendenze, malattie mentali non curate o semplicemente la profonda incapacità di gestire il conflitto e la frustrazione all'interno di legami stretti.
- Distribuzione Geografica: Nord (50%) Anche per gli autori, la concentrazione nel Nord (50%) rispecchia quella delle vittime, sottolineando l'importanza di contesti ambientali specifici che possono fungere da fattori di stress o facilitatori per lo sviluppo di violenza, come accennato per il profilo vittima.
- Arma Utilizzata: Arma da taglio e da Fuoco (50%) La scelta dell'arma (50% arma da taglio e da fuoco) riflette la stessa analisi fatta per la vittima: l'arma da taglio spesso indica un impeto di rabbia vicina e personale, mentre l'arma da fuoco può implicare una certa premeditazione o un desiderio di "distacco" fisico dall'atto violento, sebbene non emotivo. Entrambe le scelte sono cariche di significato psicologico e riflettono l'intento distruttivo dell'autore.
Conclusioni dal CIPR e ONOF
L'analisi di questa settimana, condotta dall'AIPC tramite l'ONOF e interpretata attraverso la lente della psicotraumatologia relazionale del CIPR, rivela come gli omicidi familiari siano profondamente radicati in dinamiche relazionali disfunzionali e traumi non risolti. La prevalenza di uomini sia come vittime che come autori, in particolare tra parenti e in età diverse, sottolinea la necessità di approfondire la comprensione delle problematiche specifiche che affliggono le relazioni maschili e intrafamiliari in generale.
È essenziale che la prevenzione e l'intervento si concentrino non solo sulla violenza palese, ma anche sui segnali sottili di disagio relazionale, sui pattern di controllo e manipolazione e sulla gestione distorta delle emozioni. La psicotraumatologia relazionale offre strumenti preziosi per riconoscere e trattare questi "traumi relazionali" che, se ignorati, possono degenerare in tragedie irrimediabili. L'ONOF continua a svolgere un ruolo insostituibile nel far emergere queste verità scomode, fornendo dati vitali per sviluppare strategie di prevenzione più efficaci e supporti adeguati per chi vive situazioni di rischio.
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