Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia 

CONTATTI

 

E-mail;  aipcitalia@gmail.com

 

Cellulare; +39 392 440 1930

 

Sede; Via Giorgio Baglivi 6, 00161 Roma RM, Italia

 

 

 

 

Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia

 

Benessere e Crescita con Esperti Psicoterapeuti

CONTATTI

Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia

Benessere e Crescita con Esperti Psicoterapeuti

aipcitalia@mail.com

L’Incapacità di aggiornare la fiducia: meccanismi cognitivi tra maltrattamento infantile e PTSD

26/12/2025 08:59

author

ricerca, psicologia, criminologia-, omicidio, aipc, disregolazione-emotiva, psicotraumatologia, trauma-relazionale, associazione-italiana-di-psicologia-e-criminologia, neuroscienze, risonanza-traumatica-interpersonale, psicotraumatologia-relazionale, pescara, roma, centro-italiano-di-psicotraumatologia-relazionale, osservatorio-nazionale-omicidi-familiari, cipr, onof, femminicidi, maschicidi, femicide, italian-center-for-relational-psychotraumatology, national-observatory-on-family-homicides, relational-psychotraumatology, lattanzi, calzone, ptsd, c-ptsd, cb-ptsd, disturbo-post-traumatico-da-stress-correlato-al-parto-, emotional-dysregulation,

L’Incapacità di aggiornare la fiducia: meccanismi cognitivi tra maltrattamento infantile e PTSD

L’Incapacità di aggiornare la fiducia: meccanismi cognitivi tra maltrattamento infantile e PTSDLa ricerca di Porat-Butman et al. (2025) analizza come

L’Incapacità di aggiornare la fiducia: meccanismi cognitivi tra maltrattamento infantile e PTSD

La ricerca di Porat-Butman et al. (2025) analizza come le esperienze di abuso e trascuratezza durante l’infanzia alterino i processi fondamentali con cui il cervello apprende e modifica le informazioni sociali in età adulta.

 

1.Il paradigma sperimentale: “friend-stranger social updating”

Lo studio ha coinvolto 114 partecipanti sottoposti a un compito computerizzato diviso in due fasi critiche:

Fase di acquisizione (Apprendimento): Ai partecipanti venivano mostrati volti maschili etichettati come “Amici” o “Estranei”. Metà dei volti era associata a un guadagno di punti (esito positivo), l’altra metà a una perdita (esito negativo).

Fase di aggiornamento (Inversione): Senza preavviso, le associazioni venivano invertite: chi prima portava punti ora li faceva perdere, e viceversa. Per avere successo, il partecipante doveva aggiornare le proprie convinzioni iniziali.

 

Ascolta il podcast sul Canale AIPC Editore su Spotify, MENTE|CRIMINE|TRAUMA: “L’Incapacità di aggiornare la fiducia: meccanismi cognitivi tra maltrattamento infantile e PTSD", clicca sul link: https://open.spotify.com/episode/2TRzhxCdO101Eawcdmalpo?si=ib6V-CgjRr6lQKjIfPvEVQ

 

2. Risultati dettagliati della ricerca

I risultati hanno evidenziato una distinzione netta tra la capacità di formare nuove opinioni e quella di modificarle:

Apprendimento sociale intatto: Non sono state riscontrate differenze legate al maltrattamento nella fase iniziale. Tutti i partecipanti hanno imparato con la stessa efficacia chi fosse “buono” o “cattivo”. In generale, è emersa una tendenza universale a imparare più velocemente esiti positivi per gli “amici” ed esiti negativi per gli “estranei”.

Deficit selettivo nell’aggiornamento: Gli adulti con una storia di maltrattamento hanno mostrato una specifica difficoltà nell’aggiornare le convinzioni riguardanti gli estranei. Questa rigidità si è manifestata sia quando un estraneo “cattivo” diventava “buono”, sia viceversa.

Precisione eccessiva del modello: Dal punto di vista del “predictive processing”, il cervello traumatizzato assegna una “precisione” eccessiva alle proprie aspettative iniziali verso chi non conosce. Questo rende i modelli mentali resistenti al cambiamento, anche di fronte a prove contrarie evidenti.

 

3. Correlazione tra maltrattamento, aggiornamento e PTSD

La ricerca ha identificato nell’aggiornamento delle convinzioni un potente moderatore clinico:

Il ruolo buffer: Gli individui che, nonostante il trauma infantile, mantengono una buona flessibilità nel rivedere le proprie opinioni sugli estranei, mostrano livelli di sintomi di PTSD stabilmente bassi.

Vulnerabilità accresciuta: Al contrario, per chi ha deficit di aggiornamento, esiste una correlazione lineare: più è stato grave il maltrattamento infantile, più saranno severi i sintomi di PTSD sviluppati dopo ulteriori traumi in età adulta.

Specificità sociale: L’effetto non è dovuto a una generica ansia sociale, ma proprio alla difficoltà di ricalibrare la fiducia in contesti interpersonali incerti o non familiari.

 

4. Integrazione con la psicotraumatologia relazionale

Questi dati scientifici offrono un supporto empirico ai modelli di Lattanzi e Calzone, evidenziando come la disregolazione emotiva post-traumatica si traduca in una rigidità cognitiva che impedisce di “sentire” e integrare la sicurezza nelle relazioni presenti.

La capacità di aggiornare le mappe sociali emerge quindi come un fattore di resilienza cruciale. Interventi clinici che mirano a ripristinare questa flessibilità (come quelli praticati dal CIPR attraverso il biofeedback e la valutazione SVITR) sono essenziali per permettere alla persona di uscire dal ciclo della ripetizione traumatica.

 

Conclusione: Oltre la prigione del passato

I dati della ricerca di Porat-Butman et al. (2025) ci consegnano una verità tanto cruda quanto trasformativa: il trauma infantile non ferisce solo la memoria, ma sequestra la capacità del cervello di aggiornare il presente. Quando un adulto con una storia di maltrattamento non riesce a ricalibrare la fiducia verso l'estraneo, non sta semplicemente commettendo un errore di valutazione; sta agendo sotto il comando di un modello mentale "iper-preciso" che, per sopravvivere, ha smesso di ascoltare la realtà.

Tuttavia, il vero spartiacque tra la condanna alla ripetizione e la guarigione risiede nella flessibilità cognitiva. La scoperta che l'aggiornamento delle convinzioni funge da buffer (cuscinetto) contro il PTSD apre una nuova frontiera clinica: guarire dal trauma non significa solo ricordare il passato, ma riabilitare la mente a "sentire" la sicurezza qui e ora. La flessibilità non è solo una dote, è la chiave della resilienza che permette di spezzare le catene di un'allerta perenne.

 

Non restare prigioniero di un modello che non ti appartiene più

Se ti sei riconosciuto in queste dinamiche, o se senti che il peso di esperienze passate sta rendendo rigidi i tuoi confini relazionali, impedendoti di vivere con fiducia e serenità, non sei solo. Il trauma può aver alterato le tue mappe sociali, ma queste possono essere ricalibrate.

 

Il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR) offre un approccio specialistico unico per affrontare i traumi relazionali. Attraverso l'integrazione di metodologie avanzate — come la valutazione dell'attività dei sistemi emotivi primari di Panksepp tramite la scala SVITR e l'utilizzo del biofeedback — i nostri professionisti a Pescara e Roma ti supporteranno nel ritrovare l'equilibrio e la flessibilità necessari per riprendere in mano la tua vita.

Siamo qui per aiutarti a ritrovare il benessere. Contattaci oggi stesso:

Telefono/WhatsApp: 3924401930

Email: aipcitalia@gmail.com

Sito Web: www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it

Non rimandare la possibilità di intraprendere un percorso di reale cambiamento e crescita.

 

Riferimento bibliografico:

Porat-Butman, S., et al. (2025). From maltreatment to mistrust: Impaired belief updating as a mechanism linking childhood maltreatment to interpersonal and clinical outcomes. Behaviour Research and Therapy.

 

392 440 1930

Via Giorgio Baglivi, 6, 00161 Roma RM, Italia

©