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L'Ombra del Trauma Originario: Abbandono, rifiuto e tradimento perinatale nella scelta del partner
Il panorama della psicotraumatologia relazionale offre una lente preziosa per comprendere come le esperienze più precoci, in particolare quelle legate all'abbandono, al rifiuto e a forme implicite di tradimento da parte delle figure genitoriali alla nascita o nei primi anni di vita, possano forgiare pattern relazionali disfunzionali nell'età adulta. Queste esperienze primarie non si manifestano necessariamente come eventi eclatanti, ma possono radicarsi nel tessuto psichico del nascituro attraverso mancanze sottili ma persistenti di sintonizzazione emotiva, accudimento inconsistente o assenze significative, percepite come un "tradimento" della promessa implicita di sicurezza e amore incondizionato.
La teoria dell'attaccamento, cardine della psicotraumatologia relazionale, sottolinea come un attaccamento insicuro (ansioso-ambivalente, evitante o disorganizzato) si sviluppi in risposta a tali dinamiche genitoriali. Un bambino che percepisce un abbandono emotivo o fisico, un rifiuto della propria unicità o un tradimento della fiducia di base, interiorizza schemi operativi interni che lo portano a credere di non essere degno di amore, di non potersi fidare degli altri o che l'amore sia intrinsecamente precario. Questi schemi, spesso inconsci, diventano la mappa attraverso cui l'individuo naviga il mondo relazionale adulto.
La Risonanza Traumatica Interpersonale: Selezionare Partner Riattivanti
È un dato clinicamente osservato e scientificamente supportato in psicotraumatologia: chi ha subito traumi relazionali precoci tende, attraverso un meccanismo di risonanza traumatica interpersonale, a scegliere partner che, anche senza rendersene conto, riattivano il trauma originario. Questa non è una forma di masochismo volontario, ma piuttosto un tentativo, spesso disperato e inconsapevole, di "risolvere" il trauma irrisolto. Siamo attratti da persone che manifestano comportamenti simili a quelli dei genitori che ci hanno traumatizzato – come l'incostanza, il disinteresse emotivo, l'infedeltà o la manipolazione – proprio perché questi atteggiamenti ci "sembrano familiari", per quanto dolorosi.
Il tradimento romantico, o anche la mera percezione di un potenziale tradimento (come l'infedeltà, la menzogna, l'abbandono emotivo o fisico), diventa così una potente riattivazione del trauma originario di abbandono e rifiuto. Questo non significa che il partner sia necessariamente malintenzionato, ma che la percezione dell'individuo traumatizzato è estremamente sensibile a segnali che possono essere interpretati come una replica del "tradimento" primario, innescando una cascata di disregolazione emotiva, ansia da separazione, gelosia patologica e ricerca ossessiva di controllo o conferma.
L'Approccio del Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR)
Al Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR), la comprensione e il trattamento di questi complessi pattern relazionali sono al centro dell'intervento terapeutico. Il CIPR adotta un approccio integrato che riconosce il ruolo centrale del trauma relazionale nello sviluppo della psicopatologia e delle difficoltà interpersonali. La terapia mira non solo a mitigare i sintomi, ma a risalire alle radici del trauma, lavorando sulla rielaborazione delle esperienze precoci e sulla ristrutturazione degli schemi operativi interni disfunzionali.
Un pilastro fondamentale dell'approccio diagnostico e terapeutico del CIPR è il Protocollo Scientifico ASVS (AIPC Scientific Violence Screening), che include una componente di Biofeedback. Questo protocollo permette di ottenere una valutazione olistica e scientificamente fondata del paziente. Oltre a un'anamnesi dettagliata che indaga le dinamiche relazionali precoci e la storia del trauma, e a una batteria psicodiagnostica standardizzata, il biofeedback è cruciale per identificare e modulare la disregolazione psicofisiologica associata al trauma. Attraverso il monitoraggio di parametri come la conduttanza cutanea, la variabilità della frequenza cardiaca (HRV), la respirazione, la tensione muscolare e la temperatura periferica, si ottiene un quadro oggettivo dell'attivazione del sistema nervoso autonomo. Questo permette di lavorare attivamente sulla co-regolazione e autoregolazione del paziente, fornendogli strumenti concreti per gestire l'arousal traumatico e ripristinare un senso di sicurezza interna.
Luca, 45 anni – La ricerca del Tradimento per Confermarsi Abbandonabile
Luca, 45 anni, si presentava al CIPR con una storia di relazioni tumultuose, caratterizzate da intensa gelosia, ricerca ossessiva di prove di tradimento e un ciclo ricorrente di rotture dolorose. Nonostante le sue partner fossero spesso fedeli, Luca interpretava piccoli segnali (un ritardo al lavoro, un messaggio non risposto immediatamente) come indizi di infedeltà, innescando crisi di rabbia e ansia. Durante l'anamnesi con il protocollo ASVS, emerse una storia di abbandono emotivo precoce: i suoi genitori, sebbene fisicamente presenti, erano emotivamente distanti e inconsistenti, spesso assenti per lunghi periodi a causa del lavoro, lasciandolo con una profonda sensazione di non essere visto né prioritario.
Il biofeedback rivelò un'iperattivazione cronica del sistema simpatico: elevata conduttanza cutanea e bassa HRV, indicativi di uno stato costante di ipervigilanza e ansia da separazione. Durante le sessioni, quando Luca parlava delle sue paure di tradimento, l'attivazione fisiologica aumentava drasticamente, confermando la riattivazione del trauma primario. La terapia si è concentrata sulla rielaborazione del trauma di abbandono, aiutando Luca a riconoscere la "coazione a ripetere" e a distinguere la realtà delle relazioni attuali dai fantasmi del passato. Attraverso esercizi di biofeedback, ha imparato a modulare la sua attivazione fisiologica, riducendo l'ansia e la reattività emotiva di fronte a stimoli percepiti come minacciosi, e sviluppando una maggiore tolleranza all'incertezza relazionale.
Sara, 38 anni – La Ferita del Rifiuto Mascherata da Autosufficienza
Sara, 38 anni, giungeva al CIPR lamentando una difficoltà cronica a mantenere relazioni significative. Le sue storie d'amore finivano sempre con lei che "scappava" o sabotava il rapporto non appena l'intimità si faceva profonda, affermando di sentirsi "soffocata" o "annullata". Sosteneva di non aver mai subito tradimenti, ma ogni volta che un partner mostrava un forte coinvolgimento o avanzava richieste di maggiore vicinanza, Sara percepiva una minaccia alla sua autonomia e si ritirava bruscamente. L'anamnesi ASVS rivelò che da bambina era stata cresciuta da genitori molto esigenti e critici, che tendevano a invalidare le sue emozioni e a promuovere un'eccessiva indipendenza, percependo ogni sua debolezza o bisogno come un "difetto" da correggere. Il suo bisogno di affetto era stato costantemente respinto o ignorato, portandola a sviluppare un modello di attaccamento evitante e a interpretare il bisogno altrui come un tentativo di controllo.
Il biofeedback mostrava in Sara una bassa attivazione fisiologica in situazioni di potenziale intimità emotiva, spesso accompagnata da tensione muscolare cronica, segno di un iper-controllo emotivo e di una dissociazione corporea. L'HRV era anch'essa compromessa, riflettendo una scarsa flessibilità nella gestione dello stress relazionale. Il trattamento si è focalizzato sull'identificazione del "rifiuto" implicito subito in età infantile, che aveva generato la credenza di essere "troppo" o "sbagliata" se mostrava vulnerabilità. Le sessioni di biofeedback hanno supportato Sara nel ripristinare la connessione con le proprie sensazioni corporee ed emotive, permettendole di riconoscere e accettare i propri bisogni di attaccamento senza sentirsi in pericolo o rifiutata. Ha gradualmente imparato a distinguere la richiesta di vicinanza del partner dalla minaccia al suo sé, aprendosi a una maggiore intimità senza ricorrere all'auto-sabotaggio.
In entrambi i casi, l'integrazione della psicoterapia con il protocollo ASVS e l'uso del biofeedback ha permesso al CIPR di offrire un percorso terapeutico che affronta non solo le manifestazioni sintomatiche del trauma relazionale, ma anche le sue profonde radici psicofisiologiche, facilitando un cambiamento duraturo nei pattern relazionali disfunzionali.
Se ti riconosci in queste dinamiche o senti il bisogno di affrontare le ferite del passato che influenzano le tue relazioni presenti, il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR) può offrirti un percorso di supporto e guarigione. Non esitare a contattarci: i nostri professionisti sono pronti ad accoglierti e accompagnarti verso una maggiore consapevolezza e benessere relazionale.
Non Affrontare i Traumi da Solo
Il CIPR e l’AIPC di Pescara e Roma mettono a disposizione un’équipe di professionisti volontari qualificati per offrire supporto specializzato.
Contatti AIPC e CIPR:
Email: aipcitalia@gmail.com
Telefono e WhatsApp: 3924401930
Sito Web: www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it
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