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Analisi della violenza domestica nella serie tv Ángela e del protocollo VioGén

03/10/2025 07:51

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Analisi della violenza domestica nella serie tv Ángela e del protocollo VioGén

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Analisi della violenza domestica nella serie tv Ángela e del protocollo VioGén

A cura di Massimo Lattanzi¹²³, Tiziana Calzone¹²³

¹Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC), Roma, Italia ²Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR), Pescara-Roma, Italia ³Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF), Roma, Italia

 

Abstract
Il presente articolo propone un'analisi della miniserie televisiva spagnola Ángela (2024) come caso di studio clinico per l'applicazione dei costrutti della psicotraumatologia relazionale, secondo il paradigma sviluppato dall'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC) e dal Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR). Attraverso l'esame della dinamica tra i protagonisti, Ángela e Gonzalo, vengono illustrati i modelli teorici della "Bolla Traumatica" e del "Paradosso del Partner" (Lattanzi & Calzone, 2021, 2023), interpretando la violenza domestica non come un mero atto comportamentale, ma come il sintomo di una profonda disregolazione emotiva radicata in un trauma relazionale complesso (C-PTSD). L'analisi si estende al profilo psicotraumatologico dell'autore di violenza e al percorso della vittima, evidenziando i meccanismi di controllo coercitivo, gaslighting e vittimizzazione secondaria. Infine, il modello clinico-diagnostico proposto viene messo a confronto con l'approccio sistemico-attuariale del protocollo spagnolo VioGén, discutendone i limiti predittivi alla luce della complessità delle dinamiche traumatiche. L'articolo conclude sostenendo la necessità di integrare la valutazione del rischio algoritmica con una comprensione qualitativa e trauma-informata per un'efficace prevenzione della violenza di genere.

 

Sezione 1: La grammatica di una ferita – inquadramento della violenza domestica attraverso la psicotraumatologia relazionale

1.1. Introduzione al paradigma dell'AIPC/CIPR

L'analisi della violenza domestica, quando condotta attraverso la lente della psicotraumatologia relazionale, trascende le definizioni meramente comportamentali o sociologiche per approdare a una comprensione neurobiologica e sistemica del fenomeno (Lattanzi & Calzone, 2023). In questa prospettiva, la violenza non è primariamente un atto di malvagità o un prodotto culturale, ma il sintomo manifesto di una profonda ferita relazionale che ha le sue radici nel passato degli individui coinvolti.

Il costrutto centrale per questa comprensione è il Disturbo da Stress Post-Traumatico Complesso (C-PTSD), che si origina da esperienze avverse croniche e ripetute all'interno delle prime relazioni di attaccamento (Herman, 1992). A differenza del PTSD classico, legato a un singolo evento traumatico, il C-PTSD modella la struttura stessa del sistema nervoso in via di sviluppo. Un cervello che si forma in un ambiente percepito come cronicamente minaccioso o imprevedibile si fissa in una modalità difensiva permanente, perdendo la capacità fondamentale di auto-regolare le proprie emozioni e di discernere con lucidità tra sicurezza e pericolo. Questo stato non è un'alterazione temporanea, ma una condizione neurobiologica stabile che viene definita disregolazione emotiva cronica (Calzone & Lattanzi, 2023).

La disregolazione emotiva è il motore che alimenta le dinamiche disfunzionali. Si manifesta attraverso un'incapacità di gestire gli stati interni, portando a reazioni estreme che possono oscillare tra l'iper-attivazione (rabbia, ansia, panico) e l'ipo-attivazione (distacco emotivo, dissociazione, senso di vuoto). In questo quadro, il comportamento violento dell'aggressore non è interpretabile come una semplice ricerca di potere, ma come una strategia patologica e disperata per tentare di regolare il proprio caos interiore (Lattanzi & Calzone, 2025). L'abusante, incapace di gestire la propria disregolazione, proietta all'esterno il bisogno di controllo, trasformando il partner in un oggetto esterno la cui sottomissione diventa l'unico strumento percepito per placare la propria angoscia interna. Questo sposta l'analisi da un piano morale a uno clinico, identificando la violenza come il sintomo di una condizione radicata nella neurobiologia del trauma.

1.2. I modelli di Lattanzi e Calzone: il meccanismo di innesco e l'ambiente di coltura

All'interno del paradigma della psicotraumatologia relazionale, i modelli elaborati da Lattanzi e Calzone offrono strumenti concettuali di precisione per decodificare come le ferite infantili si riattivino e si perpetuino nelle relazioni adulte. Due concetti, in particolare, sono fondamentali: il Paradosso del Partner e la Bolla Traumatica (Lattanzi, 2021).

Il Paradosso del Partner è la riattualizzazione, in età adulta, del "Paradosso del Caregiver" identificato da Giovanni Liotti come nucleo dell'attaccamento disorganizzato (Liotti, 1992; Liotti & Farina, 2011). Nell'infanzia, il bambino si trova in una situazione irrisolvibile quando la figura di attaccamento, che dovrebbe essere fonte di sicurezza, è al contempo fonte di paura. Il bambino è biologicamente spinto a cercare prossimità con il caregiver per ottenere protezione, ma allo stesso tempo è spinto a fuggire da quella stessa figura perché la percepisce come una minaccia. Questa dinamica paradossale genera un modello operativo interno confuso e frammentato. In età adulta, questo schema si riattiva nella scelta del partner. L'individuo, guidato da una "coazione a ripetere", non seleziona un partner sano, ma qualcuno che "collude" con il proprio copione traumatico, una persona percepita contemporaneamente come potenziale salvatore e possibile carnefice (Lattanzi, 2021).

Quando due individui, sceltisi secondo la logica del paradosso del partner, formano una relazione, creano un sistema chiuso, isolato e autoreferenziale: la bolla traumatica. Questo sistema relazionale non è una semplice metafora, ma un ambiente di coltura omeostatico con una duplice e contraddittoria funzione (Lattanzi & Calzone, 2023):

* Funzione protettiva (apparente): La bolla offre un senso di familiarità, comprensione e pseudo-sicurezza. Entrambi i partner, a un livello implicito e pre-verbale, riconoscono le ferite dell'altro, creando un legame simbiotico percepito come un rifugio dal mondo esterno.

* Funzione patogena (reale): La bolla funziona come una "camera dell'eco" del trauma. Isola la coppia da influenze esterne sane, impedisce l'apprendimento di nuove modalità relazionali e amplifica costantemente le dinamiche disfunzionali del passato (paura dell'abbandono, sfiducia, disregolazione emotiva).
La Bolla Traumatica, in quanto sistema omeostatico, resiste a ogni tentativo di cambiamento. Qualsiasi azione di un partner volta a guadagnare autonomia viene percepita dal sistema come una minaccia esistenziale. L'escalation della violenza da parte dell'abusante, in questa prospettiva, può essere letta come un meccanismo di "correzione del sistema": un tentativo disperato di riportare il partner all'interno dei confini della bolla e ristabilire il suo disfunzionale equilibrio.

 

Ascolta il podcast sul Canale AIPC Editore su Spotify MENTE|CRIMINE|TRAUMA  Analisi della violenza domestica nella serie tv Ángela' e del protocollo VioGén clicca sul link: https://open.spotify.com/episode/3f2NkdhvtkzAbBPY2Sggwn?si=1176129c66884dc0

 

Sezione 2: Anatomia di un incastro traumatico – la relazione tra Ángela e Gonzalo

La miniserie spagnola Ángela offre una rappresentazione clinicamente accurata delle dinamiche descritte, configurandosi come un caso di studio ideale per l'applicazione dei modelli della psicotraumatologia relazionale.
2.1. La costruzione della bolla: la facciata di perfezione e l'isolamento patogeno

La narrazione si apre mostrando la vita apparentemente idilliaca di Ángela (Verónica Sánchez): un marito di successo, Gonzalo (Daniel Grao), due figlie e una casa lussuosa. Questa facciata di perfezione è la manifestazione esteriore della Funzione Protettiva della Bolla Traumatica, che maschera la disfunzione interna e fornisce alla coppia un'identità sociale di successo. Tuttavia, dietro le porte chiuse si consuma un incubo di abusi e manipolazione. Le scene di violenza e il progressivo isolamento di Ángela rappresentano la Funzione Patogena della bolla. Le azioni di Gonzalo sono costantemente volte a rafforzare la membrana impermeabile della bolla, un atto necessario per mantenere in vita l'ambiente patogeno in cui la sua disregolazione può trovare una pseudo-regolazione attraverso il dominio sull'altro.

2.2. Il paradosso del partner in scena: Gonzalo come salvatore e carnefice

La relazione tra Ángela e Gonzalo è una drammatizzazione esemplare del Paradosso del Partner (Lattanzi, 2021). Gonzalo, con il suo status e il suo fascino, incarna il polo del "salvatore", ma la sua natura violenta e manipolatrice lo rivela come il "carnefice". Ángela vive intrappolata in questa dualità. La sceneggiatura esternalizza questo paradosso attraverso il personaggio di Edu (Jaime Zatarain), un presunto investigatore privato che si offre di aiutarla. Si scoprirà che Edu è stato assoldato da Gonzalo stesso per inscenare una macchinazione volta a farla apparire instabile. In questo modo, il paradosso cessa di essere solo un conflitto interno e diventa un evento reale: colui che si presenta come salvatore è un agente del carnefice. Questa macchinazione rappresenta un attacco diretto alla capacità di mentalizzazione di Ángela, demolendo sistematicamente la sua fiducia nelle proprie percezioni (gaslighting) e ponendo Gonzalo come unico arbitro della realtà, intrappolandola così all'interno della Bolla Traumatica.

 

Sezione 3: Profilo dell'aggressore – Gonzalo e il ruolo del "partner dipendente"

3.1. Oltre il mostro: Gonzalo come "cervello traumatizzato"

Un'analisi psicotraumatologica del personaggio di Gonzalo richiede di superare etichette moralistiche per accedere a una comprensione clinica. Secondo il modello AIPC, Gonzalo incarna il ruolo del "Partner Dipendente" (Lattanzi & Calzone, 2023). La sua necessità ossessiva di controllo non è un indicatore di forza, ma il sintomo di una profonda fragilità interna e di un'incapacità cronica di regolare i propri stati emotivi. Gonzalo è, nella sua essenza, un "cervello traumatizzato". Utilizza Ángela come uno "strumento esterno" per contenere la propria angoscia e placare una primordiale paura dell'abbandono. La sua identità dipende dal mantenimento del controllo su di lei, e la violenza diventa la sua unica, primitiva strategia di auto-regolazione.
3.2. Le tattiche di mantenimento della bolla: gaslighting e violenza come regolazione

Tutte le azioni di Gonzalo sono finalizzate a preservare l'integrità della Bolla Traumatica. Il gaslighting, orchestrato attraverso Edu, è la sua tattica più sofisticata, messa in atto quando percepisce che Ángela sta iniziando a sottrarsi al suo controllo. L'obiettivo è annientare la sua credibilità, ridefinendola come "pazza e instabile". La violenza fisica è il metodo di regolazione più crudo. L'aggressione finale, che avviene in un luogo pubblico e porta al suo arresto, è clinicamente significativa. Il piano di Ángela di filmarlo in diretta distrugge il prerequisito di privacy della bolla. La rabbia esplosiva di Gonzalo in quel momento rappresenta l'"extinction burst" di un sistema traumatizzato che perde il suo unico oggetto regolatore, rendendo la sua disregolazione interna pubblica e innegabile.

 

Sezione 4: Il percorso della vittima – Ángela tra trauma, dissociazione e resistenza

4.1. Sintomatologia del C-PTSD: confusione, dubbio e paura

Lo stato psicologico di Ángela è una fedele descrizione della sintomatologia del C-PTSD. La sua costante confusione, l'incapacità di fidarsi del proprio giudizio e la lotta per discernere la realtà dalla manipolazione sono sintomi cardine. La sua apparente passività iniziale non è debolezza, ma una risposta di sopravvivenza (ipo-attivazione, dissociazione) di un sistema nervoso in stato di allerta cronica.

4.2. La Rottura della bolla: il ruolo di Esther come agente di co-regolazione sana

L'amica e avvocata Esther (Lucía Jiménez) è la forza esterna che provoca la rottura della bolla. All'interno del paradigma AIPC, Esther agisce come un agente di co-regolazione sana. Mentre Gonzalo offre una regolazione patologica basata sul controllo, Esther fornisce validazione, supporto e un ancoraggio alla realtà, rappresentando quel legame di attaccamento sicuro necessario per iniziare un percorso di guarigione.
4.3. Vittimizzazione secondaria: il fallimento del sistema

L'arco narrativo in cui Ángela non viene creduta, perde la custodia delle figlie e viene internata, è una rappresentazione della vittimizzazione secondaria. La strategia di gaslighting di Gonzalo ha successo perché sfrutta i pregiudizi sistemici contro le donne che appaiono "instabili". Il sistema istituzionale, privo di una lente informata sul trauma, finisce per validare la narrazione dell'abusante, interpretando le normali reazioni al trauma di Ángela come segni di una sua patologia intrinseca.

 

Sezione 5: dalla finzione alla realtà – il sistema VioGén e i limiti della prevenzione algoritmica

5.1. Descrizione operativa del protocollo VioGén

Il "Sistema de Seguimiento Integral en los casos de Violencia de Género" (VioGén), operativo in Spagna dal 2007, è una piattaforma nazionale che integra informazioni da diverse istituzioni per stimare il rischio di recidiva violenta. Il cuore del sistema è un protocollo di valutazione del rischio (VPR - Valoración Policial del Riesgo) basato su un approccio attuariale, che utilizza un questionario di indicatori per calcolare un punteggio di rischio (López-Ossorio et al., 2019).

5.2. Analisi critica: efficacia predittiva e fallimenti documentati

Nonostante i suoi punti di forza, l'efficacia predittiva di VioGén è oggetto di dibattito. Diverse analisi hanno evidenziato tassi di predittività bassi per gli omicidi di partner (IPH) (González-Álvarez et al., 2020). Un'inchiesta del New York Times ha rivelato che su 98 casi di omicidio, 55 vittime erano state valutate dal sistema con un livello di rischio "basso" o "trascurabile" (Satariano & Toll Pifarré, 2024).

5.3. Il divario tra rischio algoritmico e trauma relazionale

La criticità del sistema VioGén risiede nella sua incapacità di misurare le dinamiche non quantificabili di una Bolla Traumatica. Un algoritmo è efficace nel misurare ciò che è accaduto, ma è cieco di fronte al perché e al come di una dinamica relazionale. Può classificare un caso come a "basso rischio" in assenza di violenza fisica recente, ignorando l'escalation del controllo coercitivo, che dal punto di vista della psicotraumatologia relazionale è un segnale di allarme gravissimo. Quella "zona d'ombra imperscrutabile" che ogni algoritmo possiede è, in realtà, proprio il trauma relazionale che i modelli di Lattanzi e Calzone sono progettati per comprendere.
 

Sezione 6: Sintesi conclusiva – lo specchio della narrazione e le implicazioni cliniche

6.1. Ángela come strumento didattico

La serie Ángela si rivela uno strumento didattico di eccezionale valore. Trascende l'intrattenimento per diventare una drammatizzazione accurata dei costrutti della Bolla Traumatica e del Paradosso del Partner, illustrando i meccanismi sottostanti la violenza. Per queste ragioni, può essere considerata un prezioso caso di studio per la formazione di clinici e operatori del sistema giudiziario.

6.2. Raccomandazioni: integrare la comprensione del trauma nei protocolli di rischio

L'analisi comparata porta a una conclusione ineludibile: gli strumenti quantitativi e attuariali sono insufficienti se non integrati con una comprensione qualitativa e trauma-informata. La vera prevenzione non può affidarsi unicamente a un algoritmo. È necessario che i protocolli di valutazione del rischio vengano arricchiti con una formazione specifica per gli operatori, basata su modelli come quelli proposti da AIPC/CIPR, per riconoscere i segnali di una Bolla Traumatica e comprendere che il momento della denuncia è spesso quello del pericolo più estremo. Solo integrando la misurazione quantitativa del rischio e la comprensione qualitativa della ferita sarà possibile costruire un sistema di protezione veramente efficace.

 

Se la storia di Angela ha toccato le tue corde più profonde, se hai riconosciuto le tue stesse battaglie nelle sue dinamiche relazionali e familiari, non devi affrontare tutto da solo/a. Sentirsi intrappolati in cicli che si ripetono o sopraffatti dal peso di traumi passati è un'esperienza che merita ascolto e supporto qualificato.

Il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR) offre percorsi specializzati per aiutarti a comprendere e superare l'impatto dei traumi relazionali, ritrovando equilibrio e benessere. I nostri professionisti a Pescara e Roma sono pronti ad accoglierti e a costruire insieme a te un cammino di guarigione.

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Bibliografia
* Calzone, T., & Lattanzi, M. (2023). Il Trauma Relazionale Complesso: Dalla disregolazione emotiva all'atto criminale. AIPC Editore.
* González-Álvarez, J. L., López-Ossorio, J. J., & Andrés-Pueyo, A. (2020). Intimate Partner Homicide Risk Assessment by Spanish Police. Psicothema, 32(1), 65-72.
* Herman, J. L. (1992). Trauma and Recovery: The Aftermath of Violence—from Domestic Abuse to Political Terror. Basic Books.
* Lattanzi, M. (2021). Il paradosso del partner. Dalla scelta del partner alla bolla traumatica. AIPC Editore.
* Lattanzi, M., & Calzone, T. (a cura di). (2023). Manuale di Psicotraumatologia Relazionale. AIPC Editore.
* Lattanzi, M., & Calzone, T. (2025). La narrazione della disregolazione: dal trauma relazionale alla violenza. Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia. Reperito da www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it
* Liotti, G. (1992). Disorganized/disoriented attachment in the etiology of the dissociative disorders. Dissociation, 5(4), 196-204.
* Liotti, G., & Farina, B. (2011). Sviluppi Traumatici. Eziopatogenesi, clinica e terapia della dimensione dissociativa. Raffaello Cortina Editore.
* López-Ossorio, J. J., González-Álvarez, J. L., Muñoz Vicente, J. M., Urruela Cortés, C., & Andrés-Pueyo, A. (2019). Validation and calibration of the Spanish police intimate partner violence risk assessment system (VioGén). Journal of Police and Criminal Psychology, 34(4), 439-449.
* Satariano, A., & Toll Pifarré, G. (2024, February 10). A Tool to Protect Women From Domestic Violence Is Fatally Flawed. The New York Times.

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