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Analisi psicotraumatologica della rivalità femminile in amore: una lettura critica alla luce degli studi del

11/10/2025 09:29

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Analisi psicotraumatologica della rivalità femminile in amore: una lettura critica alla luce degli studi del CIPR e dell'AIPC

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Analisi psicotraumatologica della rivalità femminile in amore: una lettura critica alla luce degli studi del CIPR e dell'AIPC

A cura di Massimo Lattanzi¹²³, Tiziana Calzone¹²³

¹Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC), Roma, Italia ²Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR), Pescara-Roma, Italia ³Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF), Roma, Italia

 

Fonte originale dello spunto analitico: Studio pubblicato su Evolutionary Behavioral Sciences relativo ai fattori di percezione della rivalità femminile in amore (intento competitivo e capacità competitiva). L'analisi che segue è una rilettura critica condotta attraverso il framework teorico-clinico del Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR) e dell'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC).

 

Abstract

Il presente articolo propone una rilettura clinica delle dinamiche di rivalità femminile in amore, partendo da uno studio pubblicato su Evolutionary Behavioral Sciences che identifica l'intento competitivo e l'attrattiva fisica come fattori chiave nella percezione di una minaccia. Superando un'interpretazione puramente evoluzionistica, questo lavoro applica la lente della psicotraumatologia relazionale per analizzare tali dinamiche come potenziali manifestazioni di traumi pregressi e di un Disturbo da Stress Post-Traumatico Complesso (C-PTSD). Si esplora come la percezione di una "rivale" possa agire da trigger per schemi traumatici di abbandono e tradimento, attivando stati di ipervigilanza. Le reazioni aggressive vengono mappate sulla disregolazione dei sistemi emotivi primari di Jaak Panksepp, ipotizzando un'iper-attivazione dei sistemi di minaccia (, ) e un'ipo-attivazione dei sistemi pro-sociali (, ). Infine, si collega la gestione della rivalità agli stili di attaccamento insicuri (ansioso, evitante) e alla compulsione a ripetere copioni relazionali disfunzionali. La conclusione evidenzia come una reazione sproporzionata alla rivalità amorosa non debba essere normalizzata come semplice competizione, ma interpretata come un indicatore clinico di ferite relazionali profonde che necessitano di un intervento terapeutico mirato.

 

Ascolta il podcast sul Canale AIPC Editore su Spotify  MENTE|CRIMINE|TRAUMA  Analisi psicotraumatologica della rivalità femminile in amore: una lettura critica alla luce degli studi del CIPR e dell'AIPC ”  clicca sul link: https://open.spotify.com/episode/3zEGsB4evioqKnJIRJGJwN?si=r1dKTfZPR1uo3PNFVyQ0hg

 

1. Introduzione al contesto dello studio

Un recente studio pubblicato su Evolutionary Behavioral Sciences ha identificato due fattori chiave che portano una donna a percepire un'altra come una minacciosa rivale in amore: l'intento competitivo (la volontà di competere, segnalata da comportamenti come il flirt) e la capacità competitiva (l'abilità di attrarre, segnalata principalmente dall'attrattiva fisica). La ricerca, condotta su 1.169 studentesse universitarie, ha dimostrato che mentre la combinazione di entrambi i fattori crea la massima percezione di minaccia, l'intento competitivo è il principale motore di reazioni aggressive, e l'attrattiva fisica, paradossalmente, può anche stimolare il desiderio di amicizia.

Sebbene lo studio inquadri questi comportamenti in una prospettiva evoluzionistica, un'analisi condotta con la lente della psicotraumatologia relazionale, l'approccio distintivo del CIPR e dell'AIPC, offre una profondità interpretativa clinica e cruciale. Le dinamiche di rivalità, lette in questa chiave, non sono semplici strategie di accoppiamento, ma possono essere manifestazioni complesse di traumi relazionali pregressi e di un Disturbo da Stress Post-Traumatico Complesso (C-PTSD).

 

2. La "minaccia" come attivazione di schemi traumatici

Dal punto di vista della psicotraumatologia, la percezione di una "rivale minacciosa" va oltre il calcolo sociale. Per un individuo con una storia di trauma relazionale (abusi, trascuratezza, attaccamento insicuro), la comparsa di un terzo elemento in una diade affettiva può agire come un trigger, riattivando paure primarie di abbandono, tradimento e sostituzione.

  • Ipervigilanza e trauma: Il C-PTSD è caratterizzato da uno stato di ipervigilanza costante nei confronti delle minacce interpersonali. La "rivale" non è vista semplicemente come una concorrente, ma come la conferma di uno schema traumatico interiorizzato: "non sono abbastanza", "verrò inevitabilmente abbandonato/a", "le persone di cui mi fido mi faranno del male". La sua presenza non minaccia solo la relazione attuale, ma la stabilità stessa del Sé.
  • Dinamiche di triangolazione: Le esperienze infantili di triangolazione (es. sentirsi in competizione con un fratello per l'affetto di un genitore) creano un imprinting potente. La rivalità amorosa in età adulta può diventare un'arena per il re-enactment compulsivo di questi copioni irrisolti, dove la persona è costretta a "rivivere" il dramma della competizione per l'amore, nel tentativo inconscio di padroneggiarlo e risolverlo. Questo si allinea con le dinamiche osservate in pazienti come "Anna", che si lamenta di "ripercorrere la vita di coppia dei [suoi] genitori".

 

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3. I Sistemi emotivi primari di panksepp e la risposta traumatica

L'approccio del CIPR integra il modello dei sette sistemi emotivi primari di Jaak Panksepp. L'interazione con una rivale può essere mappata su questi sistemi, e una risposta traumatica ne mostra la disregolazione.

  • Iper-attivazione dei sistemi di minaccia: Lo studio rileva che l'intento competitivo (il flirt della rivale) scatena aggressività. Questo è perfettamente coerente con l'ipotesi che il trauma moduli un'iper-attivazione dei sistemi di minaccia:
    • (FEAR): La paura dell'abbandono e della perdita.
    • (RAGE): L'aggressività diretta verso la rivale come risposta difensiva alla minaccia percepita.
  • Ipo-attivazione dei sistemi pro-sociali: Sebbene lo studio indichi che l'attrattiva fisica possa generare un desiderio di amicizia, in un soggetto traumatizzato questa risposta pro-sociale è spesso inibita. Il trauma porta a un'ipo-attivazione dei sistemi di:
    • (CARE): La capacità di vedere l'altra donna come una potenziale alleata è compromessa.
    • (PLAY): La capacità di gestire le dinamiche sociali con flessibilità e leggerezza è ridotta, e ogni interazione è vissuta in una cornice di pericolo.

La scoperta che le donne tendono a inferire un'alta intenzione competitiva da un'elevata attrattiva fisica può essere letta, in chiave traumatologica, come una distorsione cognitiva guidata dalla paura: il "bello" diventa sinonimo di "pericoloso" perché attiva un'aspettativa di minaccia.

 

4. Attaccamento insicuro e scelta del partner

Il trauma relazionale è l'origine degli stili di attaccamento insicuri (ansioso, evitante, disorganizzato). Questi stili non solo modellano la relazione con il partner, ma anche il modo in cui si gestisce la minaccia della rivalità.

  • Stile ansioso: Un individuo con attaccamento ansioso percepirà la minaccia in modo amplificato, manifestando comportamenti di protesta, controllo e aggressività aperta verso la rivale, come descritto nello studio.
  • Stile evitante: Potrebbe reagire svalutando la relazione ("non mi importava comunque") o la rivale, ma la minaccia interna al proprio senso di valore sarebbe ugualmente profonda.
  • Compulsione alla ripetizione: Le dinamiche descritte nello studio si inseriscono in un ciclo più ampio. Una persona con un trauma relazionale irrisolto può inconsciamente scegliere partner non disponibili o situazioni relazionali instabili, creando un terreno fertile per l'emergere di rivalità che confermano le proprie credenze traumatiche di base.

 

Conclusioni: dalla competizione alla clinica

Se l'approccio evoluzionistico descrive "cosa" accade, la psicotraumatologia relazionale spiega il "perché" a livello individuale e clinico. Le reazioni intense alla rivalità femminile non possono essere liquidate come semplice "competizione per l'accoppiamento".

Dal punto di vista del CIPR e dell'AIPC, esse sono spesso sintomi di ferite relazionali profonde. I "complessi calcoli sociali" di cui parla lo studio sono, in un soggetto traumatizzato, processi distorti dalla paura e da un'immagine di sé danneggiata. La ricerca, pur limitata a scenari ipotetici e a un campione specifico, offre un'eccellente fotografia di dinamiche che, in un contesto clinico, vengono riconosciute come espressioni di un dolore antico che cerca di essere visto e curato.

Pertanto, un'eccessiva angoscia o aggressività legata alla rivalità amorosa non dovrebbe essere normalizzata, ma intesa come un possibile indicatore della necessità di un percorso terapeutico volto a elaborare i traumi relazionali sottostanti e a ricostruire una base di sicurezza interna.

 

Un percorso verso la guarigione

Se ti sei riconosciuta in queste dinamiche, se la gelosia, la paura dell'abbandono o la rivalità costante rendono le tue relazioni una fonte di sofferenza anziché di gioia, non sei sola. Queste reazioni intense non sono un segno di debolezza, ma l'eco di ferite passate che meritano di essere ascoltate e curate.

Il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR) offre percorsi specializzati per affrontare i traumi relazionali e le loro conseguenze, aiutandoti a comprendere e a spezzare i cicli di dolore che si ripetono nelle tue relazioni. I nostri professionisti a Pescara e Roma sono pronti ad accoglierti per costruire insieme un percorso terapeutico su misura per te.

 

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