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L'Ambivalenza Genitoriale, Sintesi del Terzo Incontro del Secondo Ciclo di Aggiornamento Professionale sulla V

07/07/2025 06:20

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L'Ambivalenza Genitoriale, Sintesi del Terzo Incontro del Secondo Ciclo di Aggiornamento Professionale sulla Violenza

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L'Ambivalenza Trasmissiva Genitoriale: Sintesi del Terzo Incontro del Secondo Ciclo di Aggiornamento Professionale sulla Violenza Organizzato dalla Questura di Pescara e dall'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia.

 

L'educazione genitoriale è un processo intrinsecamente complesso, non solo per la sua funzione di cura e supporto, ma anche per la sua profonda immersione in dinamiche inconsce e modelli relazionali appresi. Tra questi, l'ambivalenza emerge come un elemento cruciale. Intesa come la coesistenza di sentimenti, pensieri o impulsi contrastanti verso la stessa persona o situazione, l'ambivalenza può agire come un potente veicolo di trasmissione intergenerazionale, con ricadute significative sulla salute mentale e sulle capacità relazionali dei figli. Questa trasmissione non si limita a generare disagio, ma può concretamente produrre disfunzionalità relazionale e, nei casi più gravi, persino violenza all'interno delle dinamiche familiari e interpersonali.

 

Il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR) e l'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC), attraverso la loro cornice teorica, evidenziano come le esperienze traumatiche non risolte dei genitori possano manifestarsi in stili educativi ambivalenti. In tali contesti, amore e rifiuto, protezione e invasione, disponibilità e indisponibilità emotiva si alternano o coesistono in modo confuso e spesso imprevedibile. Questa ambivalenza non è necessariamente intenzionale, ma deriva frequentemente da schemi di attaccamento insicuri o disorganizzati sviluppati dai genitori nelle proprie relazioni primarie. Un genitore che ha vissuto traumi relazionali complessi potrebbe, ad esempio, desiderare ardentemente di fornire un attaccamento sicuro al proprio figlio, ma al contempo essere sopraffatto da ansie, paure o modelli di disregolazione emotiva che lo portano a comportamenti incoerenti e contraddittori.

 

Dal punto di vista psicotraumatologico relazionale, l'esposizione costante a un'ambivalenza genitoriale può generare nel figlio una profonda confusione interna, minando lo sviluppo di un Sé coerente e di un senso di sicurezza di base. Il bambino impara che l'amore può essere condizionale o imprevedibile, che la disponibilità emotiva può essere ritirata in qualsiasi momento, e che i confini relazionali sono fluidi e spesso violati. Questo può condurre a un'organizzazione traumatica della personalità, caratterizzata da difficoltà nella regolazione affettiva, problemi di fiducia, tendenza a relazioni ambivalenti e, in età adulta, alla ripetizione di schemi disfunzionali nelle proprie relazioni intime e genitoriali. L'incapacità di integrare le esperienze positive e negative del genitore porta a una visione frammentata di sé e dell'altro, rendendo difficile la costruzione di relazioni mature e stabili. È proprio in questa difficoltà di integrazione e nella confusione dei confini che si annidano le radici della disfunzionalità relazionale e della potenziale violenza, poiché gli individui possono faticare a gestire la frustrazione, la rabbia e la delusione, sfociando in comportamenti aggressivi o manipolatori.

 

 

Rubrica Omicidi Familiari su Modernews online. Ogni lunedì un nuovo appuntamento. Allarme Omicidi Familiari nel Nord Italia il 67% delle vittime è uomo, (26 Giugno - 2 Luglio 2025).Per leggere l’articolo cliccate sul link: 

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Il trauma relazionale intergenerazionale si manifesta proprio in questa trasmissione di schemi ambivalenti. I figli interiorizzano non solo il contenuto di ciò che viene detto o fatto, ma soprattutto il "come" viene comunicato, assorbendo la disfunzionalità emotiva e relazionale. Questo può tradursi in una difficoltà a distinguere i propri bisogni da quelli dell'altro, a stabilire confini sani, a gestire il conflitto e a tollerare l'intimità senza paura dell'abbandono o dell'inghiottimento, alimentando un ciclo di relazioni problematiche che possono facilmente degenerare in dinamiche violente.

 

Luca, Futuro Padre

Luca, 32 anni, in attesa del suo primo figlio, cresce in un ambiente familiare dove il padre, seppur presente fisicamente, era emotivamente distante e criticava costantemente i suoi successi, mentre la madre oscillava tra momenti di estrema vicinanza e improvvisi ritiri emotivi, spesso legati ai propri stati d'ansia. Luca ha interiorizzato un modello relazionale ambivalente: da un lato, un forte desiderio di essere un padre affettuoso e presente, dall'altro, la paura inconscia di non essere mai abbastanza bravo e una tendenza a ritirarsi emotivamente quando si sente vulnerabile o messo sotto pressione. Questa ambivalenza si manifesta nella sua relazione di coppia con periodici allontanamenti emotivi e difficoltà a esprimere liberamente i suoi bisogni.

 

La prospettiva psicotraumatologica relazionale evidenzia come Luca rischi di replicare, anche inconsciamente, l'alternanza tra disponibilità e indisponibilità emotiva sperimentata con la madre, o l'atteggiamento critico del padre, minando la costruzione di un attaccamento sicuro con il proprio figlio se non affronta le proprie dinamiche irrisolte. Potrebbe idealizzare il ruolo genitoriale, ma sentirsi sopraffatto dalle sfide reali, reagendo con frustrazione o evitamento, aprendo la strada a disfunzionalità relazionali e, potenzialmente, a forme di violenza psicologica o fisica se la sua disregolazione emotiva non viene gestita.

 

Sara, Futura Madre

Sara, 29 anni, è incinta del suo primo figlio. La sua infanzia è stata segnata da una madre iperprotettiva ma allo stesso tempo ansiosa e invadente, che controllava ogni aspetto della sua vita, e da un padre passivo che raramente interveniva. Sara ha sviluppato una profonda ambivalenza verso l'autonomia e l'intimità: desidera ardentemente essere una madre che supporta l'indipendenza del figlio, ma al contempo percepisce una forte ansia legata al distacco e al lasciare spazio all'altro. Questa ambivalenza si manifesta nella sua tendenza a voler "fare tutto per il bambino" senza delegare e nella paura che il bambino possa soffrire o che lei non sia in grado di proteggerlo adeguatamente.

 

Dal punto di vista psicotraumatologico relazionale, Sara rischia di trasmettere al figlio un modello di relazione in cui l'amore è intrinsecamente legato al controllo e all'ansia, e dove i confini personali sono difficili da stabilire e mantenere. Potrebbe oscillare tra un attaccamento eccessivamente invischiante e momenti di frustrazione e distanza, replicando inconsapevolmente i pattern relazionali con la propria madre. Questa dinamica può evolvere in disfunzionalità relazionali con il figlio, manifestandosi in un controllo eccessivo o, al contrario, in ritiri emotivi che, in situazioni estreme, possono sfociare in forme di violenza emotiva o negligenza.

In entrambi i casi, l'intervento psicoterapeutico orientato alla psicotraumatologia relazionale sarebbe fondamentale per elaborare i traumi e le ambivalenze genitoriali interiorizzate, interrompendo così la trasmissione intergenerazionale di schemi disfunzionali e promuovendo lo sviluppo di relazioni di attaccamento più sicure e funzionali per la futura generazione, prevenendo al contempo l'insorgenza di dinamiche relazionali problematiche e violente.

 

Capita a molti di riconoscersi in queste storie. L'ambivalenza genitoriale, ovvero la coesistenza di sentimenti e comportamenti contrastanti verso i figli, è un fenomeno complesso che può avere radici profonde in esperienze traumatiche non risolte dei genitori. Se ti ritrovi nelle dinamiche descritte, se senti che l'amore e il rifiuto, la protezione e l'invasione si alternano o coesistono in modo confuso nella tua esperienza genitoriale o nelle tue relazioni, è importante sapere che non sei solo.

Il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR) e l'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC) offrono supporto e percorsi terapeutici specifici per affrontare queste dinamiche, interrompendo la trasmissione intergenerazionale di schemi disfunzionali e promuovendo relazioni più sane e sicure.

Non lasciare che l'ambivalenza influenzi negativamente il tuo benessere e quello dei tuoi cari. Contattaci per un supporto professionale.

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Sito Web: www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it

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