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Violenza reattiva, violenza proattiva: La doppia eziologia degli omicidi familiari in Italia. Report ONOF (4_10 settembre 2025).
A cura di Massimo Lattanzi¹²³, Tiziana Calzone¹²³, Vanessa Alterino¹²³
¹Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC), Roma, Italia ²Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR), Pescara-Roma, Italia ³Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF), Roma, Italia
Abstract (Italiano)
Il presente studio analizza le dinamiche dei delitti consumati in ambito familiare in Italia, con un focus sul periodo dal 4 al 10 settembre 2025. Utilizzando un approccio psicotraumatologico-relazionale e basandosi su dati raccolti da fonti aperte (open-source intelligence), l'analisi decostruisce i profili delle vittime e degli autori. Un elemento centrale dello studio è l'analisi correlazionale con i dati della settimana immediatamente precedente (28 agosto - 3 settembre 2025) al fine di identificare costanti strutturali e variazioni significative. I risultati della settimana in esame evidenziano una deviazione dal pattern monolitico dell'autore maschile (100% nella settimana precedente) con l'emergere di un caso di omicidio reattivo perpetrato da una donna (configurando un rapporto 75% uomini / 25% donne). Questa variazione suggerisce il passaggio da un modello esplicativo unico a una potenziale doppia eziologia della violenza familiare, che distingue tra una violenza proattiva, legata al controllo, e una violenza reattiva, come esito di vittimizzazione cronica. Nonostante questa discontinuità, si confermano costanti strutturali quali il contesto relazionale intimo come locus del crimine e l'uso di modalità ad alto contatto (arma da taglio). Si conclude che un'analisi focalizzata sulla diade relazionale disfunzionale, piuttosto che sui profili individuali, è più proficua per la comprensione e la prevenzione del fenomeno.
Abstract (English)
This study analyzes the dynamics of domestic crimes in Italy, focusing on the period from September 4 to September 10, 2025. Using a psychotraumatological-relational approach and data gathered from open-source intelligence, the analysis deconstructs victim and perpetrator profiles. A central element of the study is a correlational analysis with data from the immediately preceding week (August 28 - September 3, 2025) to identify structural constants and significant variations. The findings from the week under review show a deviation from the monolithic pattern of the male perpetrator (100% in the previous week), with the emergence of a reactive homicide case perpetrated by a woman (resulting in a 75% male / 25% female ratio). This variation suggests a shift from a single explanatory model to a potential dual etiology of domestic violence, distinguishing between proactive violence, linked to control, and reactive violence, as an outcome of chronic victimization. Despite this discontinuity, structural constants such as the intimate relational context as the crime's locus and the use of high-contact methods (bladed weapons) are confirmed. The study concludes that an analysis focused on the dysfunctional relational dyad, rather than on individual profiles, is more fruitful for understanding and preventing the phenomenon.
1. Introduzione: oltre il dato numerico, verso una grammatica della violenza relazionale
Il monitoraggio costante dei delitti consumati in ambito familiare e relazionale rappresenta un'attività cruciale per comprendere le radici di un fenomeno che continua a manifestarsi con drammatica regolarità nel tessuto sociale. L'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC), attraverso la sua rubrica settimanale, offre un contributo fondamentale in questa direzione, non limitandosi a una mera enumerazione statistica, ma proponendo un modello interpretativo che mira a decodificare quella che può essere definita la "grammatica della violenza" [1]. L'approccio multidisciplinare dell'AIPC, consolidato in oltre due decenni di attività e formalizzato in protocolli scientifici come l'A.S.V.S. (A.I.P.C. Scientific Violence Screening), si fonda su un quadro teorico psicotraumatologico-relazionale [2]. Questo modello postula che l'agito violento non sia un evento estemporaneo, ma l'esito terminale di un "trauma relazionale complesso", caratterizzato da una profonda "disregolazione neurobiologica" e dal "collasso del sistema di attaccamento" [3, 4].
È importante premettere che, come specificato nella nota metodologica del documento di riferimento, i dati analizzati sono raccolti da articoli pubblicati su testate giornalistiche e non da fonti istituzionali. La categoria "delitti familiari" è definita in senso ampio per includere omicidi, tentati omicidi e suicidi (o tentati suicidi) che si consumano tra persone legate da un grado di "familiarità", inteso come un continuum che va dalla conoscenza alla parentela, includendo relazioni affettive attuali o passate. Questo approccio permette di cogliere la portata relazionale della violenza, superando le rigide categorizzazioni legali. La rubrica settimanale dell'ONOF, curata da figure esperte come la Dott.ssa Tiziana Calzone, la Dott.ssa Vanessa Alterino e il Dott. Massimo Lattanzi, scava in profondità. Ogni variabile di vittima e autore viene scomposta attraverso la lente della psicotraumatologia relazionale [5].
Il presente report si prefigge un duplice obiettivo. In primo luogo, condurre un'analisi approfondita dei dati relativi ai delitti familiari registrati nella settimana dal 4 al 10 settembre 2025, decostruendo i profili delle vittime e degli autori per identificarne le variabili salienti. In secondo luogo, porre tali dati in una prospettiva diacronica, attraverso un'analisi correlazionale con quelli della settimana immediatamente precedente (28 agosto - 3 settembre 2025). Tale confronto permetterà di discernere tra le fluttuazioni contingenti e le costanti strutturali del fenomeno, offrendo una lettura più ricca e sfumata delle dinamiche sottostanti.
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2. Sezione 1: analisi fenomenologica dei delitti familiari (4-10 settembre 2025)
2.1 Panoramica quantitativa
Nella settimana di riferimento, dal 4 al 10 settembre 2025, sono stati registrati quattro episodi di grave violenza familiare. Il bilancio complessivo include un omicidio consumato e tre tentati omicidi. Un dato di immediato interesse riguarda la distribuzione geografica degli eventi: si osserva una perfetta equidistribuzione tra le macro-aree del Paese, con due casi localizzati nel Nord Italia (Marostica e Castellanza) e due nel Sud e Isole (Napoli e Cagliari) [5]. Questa ripartizione suggerisce come la violenza familiare sia un fenomeno trasversale, che non conosce confini geografici netti e non può essere relegato a specifici contesti socio-economici o culturali.
2.2 Descrizione sinottica dei casi
I quattro eventi, pur nella loro tragica unicità, presentano elementi che meritano una disamina puntuale [5]. A Napoli si è consumato l'unico omicidio della settimana, in cui una donna di 58 anni ha reagito a un'aggressione accoltellando e uccidendo il marito di 59 anni. A Marostica, un uomo di 45 anni ha tentato di uccidere la sua ex-partner, sempre con un'arma da taglio, in un contesto di violenza post-separazione. Il perimetro della violenza si estende alla sfera della prossimità relazionale a Cagliari, dove un uomo di 48 anni è stato arrestato per aver accoltellato un conoscente di 37 anni. Infine, a Castellanza, una lite tra conviventi è degenerata tragicamente, con un ragazzo di 20 anni che ha accoltellato la partner di 24 anni. Tutti questi eventi sono accomunati dall'utilizzo di un'arma da taglio.
2.3 L'Onnipresenza dell'arma da taglio come indicatore psicologico
L'elemento più eclatante che emerge dall'analisi sinottica è l'utilizzo esclusivo dell'arma da taglio nel 100% degli eventi registrati [5]. Questa non è una mera coincidenza statistica, ma un potente indicatore psicologico. L'arma da taglio, a differenza di un'arma da fuoco, impone la totale abolizione dello spazio interpersonale. Il suo impiego richiede un contatto diretto, rendendo l'atto violento intrinsecamente viscerale e personale. Questo modus operandi è suggestivo di un acting-out impulsivo, dominato da una rabbia travolgente. Dal punto di vista neurobiologico, tale scenario è compatibile con un "collasso del sistema simpatico", in cui la risposta di "lotta" (fight) prende il sopravvento su ogni capacità di mentalizzazione [3]. La scelta dell'arma diventa così una chiave di lettura dello stato di profonda disregolazione emotiva e neurobiologica dell'autore.
3. Sezione 2: Il profilo della vittima (4-10 settembre 2025)
3.1 Analisi demografica e relazionale
L'analisi del profilo vittimologico rivela una notevole complessità. Il "profilo tipico settimanale della vittima" di omicidio consumato è quello di un uomo, di età compresa tra 54 e 71 anni, ucciso dalla propria partner nel Sud Italia con un'arma da taglio [5]. Tale profilo, basato sull'unico caso letale, rischia però di essere fuorviante se non si considerano anche i tentati omicidi. Includendo questi ultimi, il campione totale di vittime (N=4) mostra una perfetta parità di genere (due uomini, due donne). È cruciale notare che le vittime dei tentati omicidi sono in prevalenza donne (2 su 3), entrambe aggredite da partner o ex-partner.
3.2 La dicotomia tra letalità e rischio di vittimizzazione
Emerge così una dicotomia tra il profilo della singola vittima fatale e il profilo più ampio di coloro che sono bersaglio di violenza grave. Si delineano almeno due distinti pattern di vittimizzazione, in linea con il concetto di "profilo bimodale della vittima" [4]: a) Donne target di violenza possessiva da parte di partner o ex-partner (alta frequenza, non fatale in questa settimana). b) Un uomo, inizialmente aggressore, che diventa vittima fatale di una violenza reattiva (bassa frequenza, fatale in questa settimana).
3.3 Caso esemplare - Castellanza: la violenza nella giovane coppia
Il caso di Castellanza, dove una ragazza di 24 anni è stata accoltellata dal convivente di 20 anni, è emblematico [5]. Dimostra che le dinamiche di abuso non sono un'esclusiva di relazioni lunghe, ma possono esplodere anche in coppie molto giovani, sottolineando l'urgenza di implementare programmi di prevenzione primaria e di educazione affettiva fin dall'adolescenza.
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4. Sezione 3: Il profilo dell'autore (4-10 settembre 2025)
4.1 Analisi delle variabili
Il profilo degli autori presenta una preponderanza maschile (3 su 4, 75%), un dato strutturale. Tuttavia, la presenza di un'autrice donna (25%) nell'unico caso di omicidio consumato rappresenta un elemento di forte discontinuità. L'età degli autori varia ampiamente (20-58 anni) [5]. Il contesto è costantemente quello della familiarità o della prossimità.
4.2 Focus sul caso di Napoli: violenza reattiva vs. proattiva
L'omicidio di Napoli, commesso dalla donna di 58 anni, suggerisce fortemente un'ipotesi di violenza reattiva, ovvero una risposta estrema a un'aggressione subita. La letteratura distingue tra aggressione proattiva (strumentale, finalizzata al controllo) e reattiva (difensiva, impulsiva). I tentati omicidi commessi dagli autori maschi sembrano allinearsi a pattern di violenza proattiva o impulsivo-controllante. Il caso di Napoli si configura invece come un potenziale paradigma di violenza reattiva, dove l'autrice è in primo luogo una vittima.
5. Sezione 1: Analisi comparativa e tendenze emergenti (28 agosto - 10 settembre 2025)
Per contestualizzare i dati della settimana 4-10 settembre, è indispensabile il confronto con il periodo immediatamente precedente (28 agosto - 3 settembre 2025), nel quale l'ONOF aveva registrato 4 eventi di violenza con 5 vittime, e dove il 100% dei presunti autori era di genere maschile [6]. Questa settimana precedente offre quindi un modello di riferimento "puro" della violenza di genere maschile.
Il confronto tra i due periodi rivela in modo inequivocabile che la variazione più significativa risiede nella composizione di genere degli autori. Si è passati, infatti, da un modello in cui il 100% degli autori era di genere maschile nella prima settimana, a un rapporto del 75% maschile e 25% femminile nella settimana successiva. Questa variazione introduce un elemento di complessità fondamentale, suggerendo il passaggio da un modello esplicativo unico a una potenziale doppia eziologia della violenza, che distingue tra una violenza proattiva/di controllo e una reattiva/difensiva.
Altrettanto importante è l'osservazione delle costanti strutturali. In entrambi i periodi, gli atti si sono consumati all'interno di relazioni strette (partner, ex-partner, conoscenti) e la distribuzione geografica ha interessato sia il Nord che il Sud del Paese, confermando la natura nazionale del fenomeno. Inoltre, la modalità prevalente è rimasta quella ad alto contatto fisico (arma da taglio, percosse), suggerendo una firma psicologica comune caratterizzata da disregolazione emotiva e rabbia esplosiva che trascende il genere dell'autore. Questa potente continuità strutturale è forse la scoperta più profonda dell'analisi comparativa.
6. Sezione 1: commento esperto e sintesi criminologico-psicologica
La sintesi dei dati raccolti restituisce un quadro complesso della violenza familiare. Il modello dominante rimane quello di una violenza grave perpetrata da uomini all'interno di relazioni intime, interpretata come l'esito di un collasso emotivo e relazionale [3, 4]. Tuttavia, l'emergere di un chiaro caso di omicidio reattivo commesso da una donna impone di superare modelli eccessivamente semplicistici.
L'analisi integrata suggerisce che l'unità di analisi più proficua non sia tanto il profilo del singolo, quanto la diade relazionale disfunzionale. La violenza appare come il "sintomo terminale" [1] di un sistema in cui i meccanismi di co-regolazione emotiva sono falliti. Il focus dell'indagine dovrebbe quindi spostarsi dalla domanda "chi è l'autore?" alla domanda "quali sono le dinamiche della relazione che hanno prodotto questo esito?".
Questa prospettiva ha implicazioni profonde per le strategie di prevenzione. Una prevenzione efficace, in linea con la missione dell'AIPC e del CIPR, deve essere di natura clinica e relazionale [2, 7]. Richiede lo sviluppo di strumenti capaci di valutare il trauma relazionale e il rischio di disregolazione emotiva in tutti gli individui coinvolti in contesti ad alta conflittualità, per offrire interventi terapeutici mirati a interrompere i cicli di violenza prima che raggiungano un punto di non ritorno.
Per intraprendere un percorso di consapevolezza e guarigione, contatta gli specialisti del Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR) nelle sedi di Pescara e Roma.
Email: aipcitalia@gmail.com
WhatsApp: 3924401930
Sito Web: www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it
Bibliografia
[1] Lattanzi, M. (2023). La grammatica della violenza: Manuale operativo per la valutazione del rischio secondo il modello A.S.V.S. AIPC Editore.
[2] Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC). (s.d.). Modello teorico e aree di intervento. Recuperato da https://www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it/
[3] Calzone, T. (2022). Trauma relazionale e collasso del sistema di attaccamento: Un approccio psicotraumatologico alla violenza domestica. AIPC Editore.
[4] Lattanzi, M., & Calzone, T. (2024). Il profilo bimodale della vittima e il profilo monolitico dell'autore: Analisi dei dati ONOF 2023. AIPC Editore.
[5] Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF). (2025). Report Settimanale: Delitti Familiari (04 - 10 Settembre 2025). A cura di Lattanzi M., Calzone T., Alterino V. AIPC Editore.
[6] Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF). (2025). Report Settimanale: Delitti Familiari (28 Agosto - 03 Settembre 2025). A cura di Lattanzi M., Calzone T., Alterino V. AIPC Editore.
[7] Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR). (s.d.). Approccio clinico al trauma complesso. Recuperato da https://www.associazioneitaliadipsicologiaecriminologia.it