La Violenza oltre la retorica: La Scienza dialoga con la "Generazione Z"
Il 24 novembre 2025, nella splendida cornice di un palazzo storico de L'Aquila – città che incarna la resilienza – è andata in scena una rappresentazione della realtà che merita una riflessione profonda. In occasione della giornata dedicata alla lotta contro la violenza di genere, quella che doveva essere una mattinata di confronto si è trasformata, almeno in parte, in un interessante esperimento sociale.
Da un lato, abbiamo assistito alla consueta liturgia istituzionale: alcuni esponenti della politica locale e nazionale hanno riproposto narrazioni consolidate da oltre cinquant'anni. Il focus è rimasto ancorato all'autocelebrazione per le nuove normative sul femminicidio (termine che, come ribadito, va utilizzato correttamente distinguendolo da altre fattispecie), in un circolo vizioso di congratulazioni reciproche che spesso rischia di non toccare il cuore del problema: la prevenzione primaria.
Dall'altro lato, si è levata una voce fuori dal coro. Un rappresentante del terzo settore, forte di un'esperienza venticinquennale e del supporto scientifico dell'AIPC (Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia) e del CIPR (Centro Italiano di psicotraumatologia Relazionale giudiziaria), ha squarciato il velo della retorica. Attraverso l'uso di vignette chiare ed esplicative, è stato presentato un approccio diverso, basato non su slogan, ma su dati clinici e scientifici.
Ascolta il podcast sul Canale AIPC Editore su Spotify MENTE|CRIMINE|TRAUMA: “La Violenza oltre la retorica: La Scienza dialoga con la "Generazione Z"", clicca sul link: https://open.spotify.com/episode/0jzlQOfOoa9hhEfodkjFrm?si=aCLQ2RKiSDqz3vJXeoo2qg
La scienza oltre il patriarcato: il protocollo ASVS
L'intervento "disruptive" ha esplorato i risultati raccolti in oltre un decennio di applicazione del protocollo scientifico integrato ASVS (AIPC Scientific Violence Screening). I dati anamnestici, traumatologici, psicodiagnostici e psicofisiologici derivanti da un campione di circa 200 persone (tra presunte vittime, autori a piede libero e ristretti per reati violenti), hanno tracciato un profilo che la narrazione "canonica" fatica ad accettare.
La violenza non è sempre e solo frutto di una sovrastruttura culturale, ma ha radici profonde nella neurobiologia e nella storia personale. L'analisi ha evidenziato come molti soggetti coinvolti in spirali di violenza soffrano di PTSD (Disturbo da Stress Post-Traumatico), C-PTSD (Complesso) o CB-PTSD. Parliamo di traumi che spesso affondano le radici nelle fasi prenatali, perinatali o nei primissimi anni di vita, causati proprio da quelle figure di accudimento (caregiver) che avrebbero dovuto proteggerli.
La scienza ha ampiamente dimostrato che lo stress cronico e il trauma non elaborato producono una cascata di effetti devastanti:
* Disregolazione Emotiva: L'incapacità di gestire i sistemi emotivi primari.
* Perdita del controllo degli impulsi: In determinate situazioni e con specifiche persone, il "freno" inibitorio salta.
* Automedicazione: L'uso di sostanze non come vizio, ma come tentativo disperato di sedare il dolore interno.
La Reazione: La paura del nuovo vs. l'intuizione dei giovani
È qui che l'evento ha mostrato la sua frattura più interessante. Mentre alcuni organizzatori mostravano preoccupazione per questo approccio scientifico – forse temendo che spiegare la violenza attraverso il trauma potesse sembrare una giustificazione o interrompere una sorta di "lavaggio del cervello" culturale – il pubblico più giovane ha reagito in modo sorprendente.
Gli studenti presenti hanno dimostrato un'intelligenza emotiva superiore a quella di molti adulti in sala. Non si sono spaventati di fronte alla complessità; al contrario, hanno interagito, compreso e accolto l'idea che per risolvere la violenza bisogna prendersi cura delle persone, non solo punirle o educarle a slogan. Hanno intuito che esistono approcci scientifici potenzialmente più efficaci delle narrazioni standardizzate.
Accedi allo storybook interattivo: sfoglia o ascolta cliccando qui
https://gemini.google.com/share/417c6e4269bf
Conclusioni
L'intervento tecnico, pur diverso da quello canonico, ha offerto una chiave di lettura fondamentale: l'omicidio e la violenza familiare non sono l'esito di un generico disagio, ma piuttosto la conseguenza di traumi relazionali infantili, nascosti o sottostimati, che qualificano come disfunzionali o violente le relazioni che i sopravvissuti sono destinati a vivere.
Il viaggio a L'Aquila è stato ampiamente ripagato non dagli applausi istituzionali, ma dalle interazioni puntuali e attente degli studenti. Sono loro la prova che siamo pronti per un cambio di paradigma: dalla sola condanna morale alla comprensione clinico-scientifica profonda. Perché, come la scienza ci insegna, quella "destinazione" alla violenza può essere interrotta solo curando le ferite del passato.
Offerta Formativa per Istituti Scolastici
Le scuole interessate a promuovere la funzionalità e la libertà nelle relazioni e a contrastare la violenza e le dinamiche disfunzionali, possono approfondire l'innovativo approccio della Psicotraumatologia Relazionale Giudiziaria (definito da Massimo Lattanzi e Tiziana Calzone).
Questo approccio offre strumenti scientifici per comprendere le radici traumatico-relazionali del conflitto, fondamentali per la prevenzione.
Contatti e Modalità
Per richiedere e organizzare interventi formativi, le scuole possono contattare direttamente l'AIPC (Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia) e il CIPR (Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale) attivi nelle sedi di Pescara e Roma.
Email : aipcitalia@gmail.com
Si specifica che per la realizzazione degli interventi è previsto un contributo spese.
