Report ONOF 11-17 dicembre 2025: La disregolazione emotiva negli omicidi familiari. 100% Autori uomini, l'eclissi della ragione fuori dalla finestra di tolleranza
A cura di: Massimo Lattanzi, Tiziana Calzone e Vanessa Alterino
Enti: Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC), Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR) e Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF).
Abstract
Il presente studio analizza l’incidenza dei delitti familiari nel periodo compreso tra l’11 e il 17 dicembre 2025. Attraverso il protocollo scientifico integrato dell’AIPC, l’indagine esplora la connessione tra trauma relazionale e agito violento, focalizzandosi sulla disregolazione emotiva e sul superamento della finestra di tolleranza. L’obiettivo è fornire una lettura criminologica che non si limiti al dato statistico, ma che evidenzi la necessità di interventi preventivi circolari che coinvolgano autori, vittime e nuclei familiari.
Metodologia OSINT (Open Source Intelligence)
La rilevazione dei dati si avvale della metodologia OSINT, basata sul monitoraggio sistematico di fonti aperte (testate giornalistiche, agenzie di stampa e database digitali). Questo approccio permette una mappatura tempestiva dei fenomeni di cronaca legati alla violenza familiare, intesa come ogni atto lesivo che avviene all’interno di legami affettivi, di prossimità o di conoscenza consolidata, classificandoli secondo marker scientifici validati.
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Analisi e commento delle variabili
1. Il Profilo della vittima: la vulnerabilità del legame
L'analisi delle vittime evidenzia una parità di genere statistica che nasconde, tuttavia, profonde differenze relazionali:
- Genere ed Età: Le vittime sono equamente divise tra uomini (50%) e donne (50%), concentrate nelle fasce 18-35 anni e 36-53 anni.
- Familiarità: Emerge un dato critico: la donna è vittima del Partner nel 100% degli omicidi consumati. L’uomo è invece vittima di Conoscenti (100%).
- Geografia e Arma: I delitti sono distribuiti uniformemente tra Nord e Sud/Isole. Negli omicidi consumati prevale l’aggressione fisica, segno di un corpo a corpo che riflette un'improvvisa rottura della barriera difensiva della vittima.
Eziopatogenesi della violenza seriale (prima parte): studio retrospettivo su un campione di 20 soggetti. correlazioni tra disturbo post-traumatico complesso (C-PTSD), disregolazione del SNA e strategie di autocura (STAS). https://www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it/articoli/post/277180/
2. Il Profilo dell'autore: il collasso della regolazione
L'autore rappresenta il fulcro della disregolazione traumatica. L'atto violento è la prova clinica di un sistema nervoso che non riesce più a restare nella "zona di sicurezza":
- Genere e Età: La totalità degli autori (100%) è di genere maschile, con una prevalenza nella fascia 36-53 anni. Questo conferma una specifica difficoltà maschile nella gestione dei conflitti all'interno della propria finestra di tolleranza.
- Familiarità: L’autore colpisce indifferentemente partner o conoscenti, suggerendo che la violenza non sia solo legata al possesso, ma a una fragilità strutturale nella gestione della prossimità sociale.
- Arma Utilizzata: Se negli omicidi consumati l'autore usa la forza fisica, nei tentati omicidi ricorre massicciamente all'arma da taglio (67%). Il coltello diventa l'estensione di un'attivazione impulsiva (iperarousal) che impedisce qualsiasi mediazione cognitiva.
Eziopatogenesi della violenza seriale (seconda parte): studio retrospettivo su un campione di 20 soggetti. correlazioni tra disturbo post-traumatico complesso (C-PTSD), disregolazione del SNA e strategie di autocura (STAS). https://www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it/articoli/post/279990/
Commento tecnico-scientifico
Dalla lente della psicotraumatologia relazionale, i dati dimostrano che l'83% delle vittime totali è colpita da persone con cui intrattiene legami significativi. Questo indica che la violenza esplode quando lo stress relazionale spinge l'individuo fuori dalla sua finestra di tolleranza, innescando una disregolazione emotiva che trasforma l'affetto o la conoscenza in minaccia. La distribuzione geografica speculare (50% Nord, 50% Sud) conferma che non si tratta di un'emergenza locale, ma di un deficit di alfabetizzazione emotiva e gestione del trauma diffuso a livello nazionale.
Ombre su La Pedrera: Eziopatogenesi della violenza seriale e dinamiche di vendetta sistemica. https://www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it/articoli/post/277553/
Conclusione
I dati del Report ONOF 11-17 Dicembre 2025 urlano una verità inequivocabile: la mano che uccide nei legami di prossimità è esclusivamente quella dell'uomo. Non possiamo più permetterci di ignorare che la violenza è l'esito tragico di un trauma non elaborato. Solo attraverso percorsi specialistici di rieducazione emotiva e monitoraggio psicofisiologico (biofeedback) potremo ampliare quella finestra di tolleranza necessaria a trasformare l'impulso distruttivo in una nuova possibilità di vita.
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