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Dall’oblio dell’abuso alla prigione del presente: Quando il trauma infantile cristallizza la fiducia e con

26/12/2025 19:49

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Dall’oblio dell’abuso alla prigione del presente: Quando il trauma infantile cristallizza la fiducia e condanna alla ripetizione relazionale

Dall’ oblio dell’abuso alla prigione del presente: Quando il trauma infantile cristallizza la fiducia e condanna alla ripetizione relazionale A cura d

Dall’oblio dell’abuso alla prigione del presente: Quando il trauma infantile cristallizza la fiducia e condanna alla ripetizione relazionale

 

A cura di: Massimo Lattanzi e Tiziana Calzone

Enti: Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC), Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR) e Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF).

 

Abstract

L’integrazione tra la recente ricerca scientifica di Porat-Butman et al. (2025) e il modello clinico della Psicotraumatologia Relazionale del CIPR rivela un meccanismo neurologico e psicologico devastante: il maltrattamento infantile non distrugge solo il passato, ma altera la capacità del cervello di “aggiornare” la realtà sociale nel presente, creando una vera e propria prigione cognitiva.

 

1.La ricerca di Porat-Butman: Il deficit di aggiornamento (belief updating)

Lo studio evidenzia che gli adulti con una storia di maltrattamento possiedono una capacità intatta di apprendere inizialmente chi sia “buono” o “cattivo”. Il deficit sorge quando la realtà cambia:

Rigidità verso l’estraneo: Se una persona inizialmente percepita come negativa si dimostra affidabile, il cervello traumatizzato fallisce nel “ricalibrare” questa informazione.

Precisione eccessiva: Viene assegnata una “precisione” eccessiva alle aspettative di minaccia iniziali, rendendo i modelli mentali resistenti al cambiamento anche di fronte a prove contrarie evidenti.

Il PTSD come esito della rigidità: La ricerca identifica una correlazione lineare: maggiore è il deficit di aggiornamento, più severi sono i sintomi di PTSD sviluppati dopo ulteriori traumi in età adulta. Al contrario, la flessibilità nel rivedere le proprie opinioni funge da “buffer” protettivo.

 

2. La risonanza traumatica interpersonale: sentire il passato nel presente

La risonanza traumatica interpersonale rappresenta la manifestazione clinica di questo deficit di aggiornamento all’interno della relazione. Non si tratta solo di un’idea sbagliata, ma di un modo distorto di “vibrare” con l’altro:

Distorsione percettiva: La risonanza traumatica agisce come una lente che deforma i segnali inviati dal partner. Invece di entrare in sintonia con le intenzioni attuali dell’altro, il soggetto risuona con le memorie somatiche dell’abuso subìto.

Contagio emotivo disfunzionale: In una relazione sana, la risonanza permette l’empatia; nella risonanza traumatica, ogni segnale di incertezza del partner attiva nella vittima un’eco del maltrattamento infantile, impedendo di distinguere tra una banale incomprensione e una minaccia vitale.

Cristallizzazione relazionale: Questa dinamica impedisce di “sentire” e integrare la sicurezza nelle relazioni presenti. La persona rimane intrappolata in una frequenza emotiva di allerta che non permette lo scambio affettivo, rendendo la relazione un campo di battaglia invece di un porto sicuro.

 

Ascolta il podcast sul Canale AIPC Editore su Spotify, MENTE|CRIMINE|TRAUMA: “Dall’ oblio dell’abuso alla prigione del presente: Quando il trauma infantile cristallizza la fiducia e condanna alla ripetizione relazionale”, clicca sul link: https://open.spotify.com/episode/5LDS3KK4kP88Z1QD2up0IG?si=ZxWfCavmQFyRFWBdRl-1lw

 

3. Disregolazione emotiva e finestra di tolleranza nel C-PTSD

Mentre il PTSD è spesso legato a singoli eventi, il maltrattamento cronico sfocia nel C-PTSD (Disturbo da Stress Post-Traumatico Complesso). Qui, la risonanza traumatica si traduce in una profonda alterazione della finestra di tolleranza:

Restringimento della finestra: Il trauma infantile restringe lo spazio in cui la persona può elaborare le emozioni in modo efficace.

Disregolazione permanente: Ogni stimolo sociale spinge il soggetto verso l’iper-attivazione (ansia, allerta) o l’ipo-attivazione (distacco), impedendo di ricalibrare la fiducia perché il sistema nervoso è troppo occupato a sopravvivere.

Incapacità di integrazione: La disregolazione emotiva post-traumatica si traduce in una rigidità cognitiva che impedisce di “aggiornare” le mappe sociali, confermando costantemente il pericolo anche dove non esiste.

 

4. Il paradosso del partner disfunzionale

Questa incapacità di “aggiornare” le mappe della fiducia spiega il drammatico ciclo della ripetizione traumatica:

Familiarità del pericolo: Un partner disfunzionale “conferma” le aspettative interne rigide. Il cervello preferisce la “precisione” di un dolore noto all’ansia di dover aggiornare la propria mappa verso una fiducia ignota.

Il Fallimento della sicurezza: Se un partner è affidabile, la disregolazione emotiva e il deficit di aggiornamento impediscono di “sentire” questa sicurezza, mantenendo il soggetto fuori dalla propria finestra di tolleranza e sabotando la stabilità della coppia.

 

5. Uscire dal ciclo: l’approccio del CIPR

La ricerca scientifica offre oggi un supporto empirico ai trattamenti praticati dal CIPR, dimostrando che la capacità di aggiornare le mappe sociali è lo spartiacque decisivo per la guarigione.

Biofeedback e SVITR: Attraverso la Scala di Valutazione dell’Impatto Traumatico Relazionale (SVITR) e il biofeedback, il CIPR lavora per ampliare la finestra di tolleranza e ripristinare la flessibilità di aggiornamento.

 

Obiettivo clinico: Intervenire per permettere finalmente al sistema nervoso di ricalibrare la fiducia e uscire dal ciclo della ripetizione traumatica.

 

Se senti che le tue relazioni sono influenzate da una risonanza traumatica o da una costante disregolazione emotiva, non sei solo. Il cambiamento è possibile.

 

Contatti e Approfondimenti:

 WhatsApp: 3924401930

 Email: aipcitalia@gmail.com

 Sito: www.associazioneitalianadipsicologiaecriminologia.it

 

Riferimento bibliografico principale

Porat-Butman, S., et al. (2025). From maltreatment to mistrust: Impaired belief updating as a mechanism linking childhood maltreatment to interpersonal and clinical outcomes. Behaviour Research and Therapy.

 

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