Rapporto ONOF settimana 4 – 10 dicembre 2025: la trappola della familiarità e il corpo come arma. Un’analisi OSINT sugli omicidi familiari.
A cura di: Dott. Massimo Lattanzi, Dott.ssa Tiziana Calzone, Dott.ssa Francesca Candus.
Enti di Riferimento:
AIPC (Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia), CIPR (Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale), ONOF (Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari).
Abstract
Il presente lavoro analizza i dati relativi ai delitti familiari registrati nella settimana dal 4 al 10 Dicembre 2025. Attraverso una metodologia di raccolta dati OSINT (Open Source Intelligence), basata esclusivamente su fonti aperte giornalistiche e non istituzionali, è stato possibile tracciare un profilo allarmante della violenza domestica e relazionale. L'evidenza statistica più marcata è la predominanza dell'aggressione fisica diretta (75% negli omicidi) e una netta polarizzazione geografica nel Sud e Isole. Lo studio evidenzia come la "familiarità" si trasformi in una trappola mortale, dove la disregolazione emotiva e l'incapacità di gestire il conflitto rendono il corpo dell'altro un bersaglio da annientare manualmente.
Nota metodologica: la raccolta dati OSINT
È fondamentale premettere che i dati qui esposti rientrano nella classificazione dell'A.I.P.C. e derivano da un monitoraggio OSINT (Open Source Intelligence). I casi analizzati, definiti "delitti familiari", fanno riferimento a eventi di cronaca riportati dalle testate giornalistiche e non da fonti istituzionali. Questa metodologia permette di rilevare in tempo reale la "reale portata" sociale del fenomeno, includendo omicidi, tentati omicidi, suicidi e tentati suicidi che si consumano tra persone legate da vincoli di parentela, affettivi o di semplice conoscenza/colleganza.
Analisi psico-criminologica e profilazione
Dall'analisi dei dati raccolti emerge una netta dicotomia di genere che riflette dinamiche relazionali profondamente diverse, seppur unite dall'esito fatale.
1. Il profilo della vittima: la trappola della familiarità
La vittima di omicidio di questa settimana presenta una distribuzione paritaria tra i sessi (50% uomini, 50% donne), ma con una divergenza sostanziale nel contesto relazionale:
- Donne (Il Tradimento del Nido): Il 100% delle donne vittime è stato ucciso da un Parente. Questo dato conferma la drammatica tendenza in cui il luogo che dovrebbe attivare il sistema della CURA (la famiglia) diviene il teatro della minaccia letale.
- Uomini (Il Conflitto Sociale): Il 100% degli uomini vittime è stato ucciso da un Conoscente. Qui la violenza esplode nel perimetro sociale allargato, probabilmente innescata da dinamiche di competizione, onore o territorialità distorta.
Lente psicotraumatologica
La vittima donna subisce un trauma da tradimento primario; l'attacco proviene da chi biologicamente o legalmente dovrebbe proteggere. La vittima uomo, invece, si trova spesso coinvolta in un'escalation di RABBIA (sistema emotivo primario) dove la negoziazione fallisce e l'altro diventa un ostacolo da abbattere.
Ascolta il podcast sul Canale AIPC Editore su Spotify, MENTE|CRIMINE|TRAUMA: “Rapporto ONOF settimana 4 – 10 dicembre 2025: la trappola della familiarità e il corpo come arma. Un’analisi OSINT sugli omicidi familiari”, clicca sul link: https://open.spotify.com/episode/7f4lSXmL8yJH5qN4ytGl5W?si=wQ7Z-rneTeiz_MS5LJehew
2. Il profilo dell'autore: l'impulsività maschile e senile
L'autore prevalente è Uomo (75%), ma il dato anagrafico svela una polarizzazione intergenerazionale critica:
- Gli autori si dividono equamente tra giovani adulti (18-35 anni), adulti maturi (36-53 anni) e anziani (72+).
- Particolarmente allarmante è il coinvolgimento della fascia 72+, che rappresenta sia il 25% degli autori sia il 50% delle vittime.
Lente Psicotraumatologica: La presenza di autori e vittime nella fascia over-70 suggerisce un crollo della resilienza in contesti di fragilità e convivenza forzata. L'iper-attivazione dei sistemi di minaccia (PAURA/RABBIA) in soggetti anziani, magari cognitivamente vulnerabili, porta a un "corto circuito" dove l'incapacità di verbalizzare il disagio si trasforma in azione violenta.
Per chi volesse approfondire i dettagli della ricerca citata dal Dott. Lattanzi, inclusa l'analisi specifica del campione e le correlazioni cliniche, è possibile leggere l'articolo completo:
Eziopatogenesi della violenza seriale: studio retrospettivo su un campione di 20 soggetti. Correlazioni tra disturbo post-traumatico complesso (C-PTSD), disregolazione del SNA e strategie di autocura (STAS). Prima parte. Link all'articolo:
3. L'arma e la modalità: il contatto diretto
Il dato più significativo e "feroce" della settimana è l'assenza di armi da fuoco o da taglio negli omicidi consumati a favore dell'Aggressione Fisica (100% per gli autori maschi, 75% totale).
Lente Psicotraumatologica: Uccidere a mani nude o tramite percosse indica una disregolazione emotiva totale. Non c'è la "mediazione" di uno strumento (pistola o coltello) che crea distanza; c'è il contatto pelle a pelle. Questo suggerisce un'esplosione incontrollata del sistema della RABBIA che bypassa ogni funzione corticale superiore. L'autore deve "sentire" la distruzione dell'altro, indicando uno stato dissociativo o di sopraffazione emotiva estrema in cui l'obiettivo è l'annientamento fisico immediato della fonte di stress.
4. Geografia del trauma
Il 75% degli omicidi si è consumato nel Sud e Isole. La concentrazione territoriale, unita alla modalità brutale (aggressione fisica) e alla tipologia relazionale (conoscenti/parenti), suggerisce un contesto ambientale in cui le reti di supporto sociale potrebbero essere sature o inefficaci nel contenere i conflitti prima che degenerino.
Sintesi webinar FCP – AIPC, 12 dicembre 2025. Oltre il sintomo – Decodificare la dipendenza attraverso il trauma e la scala S.T.A.S. Link all'articolo:
Conclusioni
I dati della settimana dal 4 al 10 Dicembre 2025 non sono semplici numeri: sono la radiografia di una frattura sociale e relazionale. L'istruzione e la consapevolezza emotiva rimangono lo spartiacque decisivo tra la condanna alla ripetizione della violenza e la possibilità di guarigione.
Siamo di fronte a una pandemia silenziosa di disregolazione affettiva, dove l'incapacità di gestire la frustrazione e il conflitto trasforma padri, nonni e conoscenti in esecutori brutali. Quando la parola muore, il corpo agisce. E in questa settimana, il corpo ha agito per uccidere, senza filtri, nel modo più arcaico possibile: con la forza fisica.
È imperativo intervenire sui meccanismi di regolazione emotiva e sul supporto alle famiglie e alle comunità, lavorando per riattivare i sistemi di CURA e GIOCO che sembrano essersi spenti, lasciando campo libero a una RABBIA cieca e devastante.
Necessiti di supporto o vuoi approfondire? Se ti sei riconosciuto in queste dinamiche o senti la necessità di un confronto professionale, non sei solo.
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